Scritto apposta per l’occasione, in una mattina dai toni piuttosto epici…
Lo si può leggere, cliccando qui.
Poi, dato che ci siamo, ecco anche il link a tutta la diretta della 24Ore Italy Comics.
Questa, è la foto per “l’ordine fotografico” di cui parlo nell’articolo.
Eccoci, siamo belli, sereni, illuminati dalla luce del coraggio, profumati, con lo sguardo proiettato verso un futuro utopico e radioso.
Per forza…
Dovevamo ancora cominciare…
La stessa foto 24Ore dopo, non è stata fatta, credo per ragioni legate al comune senso del pudore, la censura e il buon gusto.
24Ore dopo, sembravamo tutti lo Yoda, sorretti unicamente dalla caffeina e da quella sensazione di onnipotenza, che ti dona l’aver completamente perso ogni contatto con la realtà oggettiva.
Se ci avessero radunato di nuovo di fronte a quel muro, usando probabilmente un rastrello, la posa sarebbe stata molto diversa.
Leo, arrampicato sul muro.
Rosenzweig e Di Modica, si sfidano a colpi di raggi laser emanati dagli occhi vermigli.
Raffaele che mastica il banco.
Buscaglia, fa la verticale, nudo, con ai piedi un paio di sci.
Ponticelli, vestito da olandesina, chiede a Di Giandomenico la strada per Tishamingo.
Burchielli, con la tuta gialla di Uma Thurman, cerca gli 88 Folli nel camino, ma non li trova e allora insegue Gerasi.
Gerasi scappa, con la bicicletta di Coppi, che ha trovato chissà dove.
Giacon è nella stessa posa, con la stessa faccia della foto iniziale, ma è solo l’involucro, trattasi di una statua fatta con il Das.
Toffolo, con la barba che gli fa male, si chiede se anche a Bob Dylan sono capitate cose simili.
Akab è andato a casa, perché glielo ha suggerito la camicia.
Faraci poi torna, ma ha lasciato dei Morb per frustarci le schiene.
Riboldi, ha finito e ride di gusto a bordo di un tre alberi.
Castelli, ha finito anche lui, e qualcuno crede che sia in una taverna di marinai, a fare a braccio di ferro con Java.
Cajelli, scopre di avere la faccia pesante e gli occhi duri come castagne, per rimettersi in posa si tiene insieme con il nastro adesivo.
Bertelè, ha avuto transfert e crede di essere un indigeno del Borneo, è un casino rimetterlo in posa, perché corre da tutte le parti, terrorizzato dai tubi neon, che assomigliano tantissimo a Ahrtfgewebanezaar, l’equivalente di Satana per la sua nuova cultura.
Recchioni, in stato confusionale, ha tirato fuori dallo zaino un Browning calibro 12 a pompa, si è messo alla finestra e aspetta che arrivi Bud White a dargli una mano, non viene a fare la foto perché non può spostarsi da lì, da quella lurida finestra dal Sunrise motel.
Simon, è scappato con una ballerina di Salsa di nome Felina, hanno preso un charter e sono scappati a Cienfuegos, dove vivono felici e innamorati in riva al mare.
Matteo Cremona, colpito dai raggi spaziali, si è trasformato in uno sgabello, ed è l’unico che è venuto bene nella foto che non è stata mai fatta.