Eggià!
La prima, su Pulp Stories, firmata dal grande Daniele Barbieri, dice così:
“Il titolo è banale, d’accordo. E il contenuto mantiene per certi versi quello che il titolo promette. Tutto è molto molto tarantiniano, davvero un po’ di maniera.Eppure Pulp Stories di Diego Cajelli e Luca Rossi non è affatto un libro da trascurare. Pur nei suoi eccessi e nella sua maniera, ha una sceneggiatura mozzafiato che non ti lascia un momento di respiro, è disegnato assai bene, con un tratto noir originale e incisivo, riesce a far sentire vivi i suoi personaggi un po’ estremi. Cade qua e là negli eccessi del pulp alla Tarantino, ma poi si riprende sempre piuttosto bene. Insomma, tutto sommato, una bella sorpresa.”
Il suo interessantissimo blog, lo potete raggiungere cliccando qui.
Ho scovato anche un’altro sito, in cui si recensiscono libri, fumetti eccetera ecceterone, e tra le molte, ci sono ben due pezzi dedicati ai lavori del sottoscritto.
Si parte con Milano Criminale, eccone un pezzettino:
“La Milano che ci mostrano è una Milano cattiva. La Milano del 1975. Ricostruita nei minimi dettagli. Dalle zone centrali piene di uffici e negozi, all’hinterland oscuro e nebbioso. Il posto ideale per nascondersi. Una Milano dove non sfigurerebbero l’ispettore Callaghan, er Monnezza o il Comissiario Tanzi. Dove non sfigurano i nostri Simone De Falco e Rosario Lorusso. Due poliziotti che non vanno tanto per leleggere.”
Cliccando qui, potete leggere il resto della recensione.
Sempre sullo stesso sito, c’è anche un pezzo su Pulp Stories.
Su UBC, mi hanno fatto un prelievo narrativo e lo hanno analizzato con cura e precisione.
Segnalo uno splendido articolo di G.Del Duca, sul tema dei Desaparecidos apparsi nei fumetti Bonelli.
Le storie bonelliane che abbracciano quella tematica sono quattro, una è del sottoscritto, era una storia di Napoleone uscita nel 2002, “Drammatico Tango”, il numero 27.
Linko l’articolo completo: “Le conseguenze del dolore” e ci aggiungo un paio di cose:
Mario Faggella, l’autore del numero 67 di Dampyr, è di origini argentine.
Il titolo originale del mio albo di Napo era: “Il Tango del Castigo”.
L’idea di cambiare lo stile di disegno, durtante il sogno/flashback di Napoleone, trasformandolo in stile argentino, è tutta farina del sacco di Gabriele Ornigotti, ed è stato davvero un grande.
Mi pento un po’ della sequenza di tavola 88, Napo che spara a due pistole è un po’ “fuori stile”, ma del resto lo sapete, di base, sono un tamarro… Ho letto un paio di libri, ma rimango comunque un tamarro.
La conclusione dell’articolo di Del Duca è anche la mia, la sottoscrivo parola per parola, anche perchè, più o meno, furono le cose che dissi ad Ambrosini proponendogli quel soggetto.
“Anche se con le differenze qui elencate, e con la tendenza a ‘ridurre’ ogni trama ad una semplice investigazione, tutte e quattro le storie dimostrano come sia possibile affrontare in maniera matura un tema delicato come quello dei desaparecidos anche nei fumetti popolari, quelli che la tradizione vorrebbe destinati al ‘lettore medio’ durante il classico viaggio in treno o in autobus.”