Lo so benissimo che con tutto quello che dovrei fare, con tutto quello che dovrei finire, con tutte le cose che ho in ballo e in pentola, ciò che sto facendo adesso è razionalmente sbagliato.
Ho fumetti da consegnare, sceneggiature da finire, progetti molto molto tangibili e approvati da portare a termine, ma…
Ma…
Da due giorni mi sono messo a scrivere quello che sembra essere un romanzo.
Non sempre si può dar retta alla razionalità, alle scadenze, alle bollette, a quello che loro si aspettano.
A volte è molto difficile gestire il rapporto: cervello-dita-tastiera, e per quanto mi terrorizzi dirlo, due giorni fa ho deciso di lasciare andare le dita.
Ho paura.
Ho una paura fottuta, ma come nella migliore tradizione delle prefazioni horror (chi becca la citazione vince una bambolina) devo sollevare il lenzuolo che copre il cadavere.
Devo guardare.
E’ una necessità incontrollabile.
Ho chiesto a Michele di farmi da editor, di aiutarmi in questa cosa perché non voglio lasciarla arenare nei meandri del mio Pc.
Ora chiedo a voi di darmi una mano.
Mi serve solo un po’ di sostegno per arrivare fino alla fine.
Ho bisogno di complici, perché tra poco dovrò necessariamente prendere una pausa razionale, e non sono sicuro di ritrovare la forza che ho in questi giorni, quando riaprirò il fottuto file che per ora si chiama “Non si sa”.
P.S.
Ottokin, mi dispiace da matti dirtelo, ma non è il finale del tomo che hai in mano.