Avevo promesso di continuare il mio sporadico workshop di sceneggiatura on line.
Io mantengo sempre le promesse.
Allora, dando per scontato che hai letto le due puntate precedenti, e ora di approfondire il discorso specifico su come si inizia e su come si finisce una narrazione.
Di nuovo, guarderemo quello che c’è, per decidere lucidamente che cosa fare e che cosa non fare, tenendo comunque sott’occhio la strutturazione in punti vista precedentemente.
Fai un bel respiro.
Di prologhi, al mondo, ne esistono solo 7.
Ci sono 7 modi per iniziare una storia, questi sette modi si mescolano tra di loro, danno vita alla parte iniziale della narrazione, possono essere raccontati singolarmente o separati e trattati uno dopo l’altro.
I magnifici sette sono questi:
Ambientale
Introduzione sull’ambiente in cui si svolgerà la storia, apertura larga, sul di fuori, su quel che c’è.
Tipica del Fantasy e della Fantascienza Ambientale.
Si spiega la geografia, la storia del luogo, le regole del mondo, la politica, la geopolitica, attraverso didascalie, voci fuori campo, voce del protagonista che racconta il suo mondo, eccetera.
Apertura morbida su un luogo reale ma esotico, panoramiche western, foreste, distese di ghiacci.
Identificativo Personaggi
Si introducono le caratteristiche fisiche, morali, psicologiche, caratteriali, le tipicità, la forma mentis del protagonista, dei suoi amici, degli antagonisti o comunque dei personaggi che saranno poi i protagonisti della storia in questione.
Esempio… Un Hard Boiled che si apre su un investigatore stanco, ubriaco, che dorme in macchina e dei bambini gli tirano un topo morto attraverso il finestrino…
La classica commedia sulla crisi di mezza età, apre sulla vita del protagonista, il suo lavoro, la sua famiglia, i suoi desideri, JLO vista dal finestrino del metrò…
“Fusista”
Quelli seri la chiamano: Figura transitoria per la caratterizzazione dell’antagonista.
Io preferisco Fusista, termine che viene dalla fantascienza anni ’50.
Un Metronotte ispeziona una recinzione nei sobborghi della città di provincia americana, sente un rumore, si volta e viene fuso dal mostro orrendo proveniente dallo spazio, protagonista poi di tutto il film.
E’ la prima vittima del serial killer a cui daranno la caccia per tutto il resto della narrazione, è il primo che muore, è senza nome, è senza passato, serve solo a far vedere come uccide e come si comporta il cattivo di turno.
Inutile dire che è un’apertura tipica per l’horror, il thriller, eccetera…
Inutile dire che se vedi Kirk, Spock e un anonimo tecnico che scendono su un pianeta popolato da fiorellini, sai già chi verrà mangiato da quei fiorellini.
Quindi occhio a usare i fusisti, è meglio mascherarli da protagonisti.
In Action
Ovvero, il prologo omesso.
Apriamo direttamente portando la narrazione al massimo della sua tensione.
Aereo, appena finiscono i primissimi titoli di testa, un passeggero i terza fila viene risucchiato da un buco che si apre nella carlinga, casino urla, l’aereo si spacca in due e cade.
Su un isola.
Tutto il resto, tipo chi siamo, dove siamo, quando siamo, verrà spiegato dopo.
Navy Seals che sbarcano, astronauti in avaria, porno gonzo, eccetera…
Identificativo del Plot
Apriamo direttamente sull’intreccio stesso. Ovvero, diciamo subito di che cosa si parlerà.
Chiaramente, lo si può fare in modo diretto o in modo indiretto.
L’Ispettore Colombo apre sul plot in modo direttissimo, Memento apre sul plot in modo alquanto laterale.
Fine episodio precedente
Può essere nel vero senso della parola, o la fine di un’avventura non nota al lettore.
Capita con James Bond, un suo prologo tipico è la conclusione di una missione precedente a quella che racconteremo.
Ospite
La vicenda è introdotta da qualcuno, può essere Zio Tibia o Sir Alfred Hitchcockil, il BVZM o Gallieno L’allegro Duodeno, se stiamo facendo un fumetto di sensibilizzazione per la donazione degli organi, ma c’è anche l’ottimo Criswell dei film di Ed Wood.
Fatto che sta il nostro ospite introdurrà le vicende che stiamo raccontando.
Se c’è un Ospite in apertura, per forza di cose, ci sarà anche un Ospite in chiusura, che ci elargirà la sua morale finale.
L’Ospite può essere il protagonista o un co-protagonista della vicenda stessa che ci racconta come sono andate le cose?
Sì.
Mi segnalano: Grosso Guaio a Chinatown, e ci aggiungo: Piccolo Grande Uomo e Salvate il Soldato Ryan.
Per quanto riguarda il finale, il discorso è ancora più semplice.
Di finali, secondo me, ce ne sono soltanto due.
Se partiamo dal presupposto che:
C’è una situazione di calma iniziale, calma relativa al genere di riferimento, ed è chiaro anche a te che la calma di un racconto di fantascienza post atomica sarà differente dalla calma iniziale di una love story. Bene, il ruolo dello scrittore è quello di inserire un disordine all’interno di quell’ordine, la storia è la narrazione delle conseguenze che porta il mutamento della calma iniziale.
Il disordine può avere diverse origini, un certo anello che viene ritrovato, dopo che sei diventato donna ti viene detto che hai figlio e che sua madre è morta… Ti innamori della tua stenografa, devi andare ad Aspen sugli Aspennini, sei un poliziotto e vieni trasferito dall’altra parte del ponte. Arrivi a cavallo in un bel paesino di frontiera dove due bande si contendono la piazza, eccetera…
Disordine, mutamento della situazione iniziale, altrimenti che cosa raccontiamo?
(Oddio, mi sovviene in questo momento che è possibile raccontare anche l’assenza di disordine, ovvero una serafica passeggiata con il tuo cagnolino. Però, da un punto di vista formale, in quel caso, l’uscire di casa può essere considerato un mutamento della situazione di calma iniziale.)
Bene, detto questo i finali possibili sono:
Il protagonista riesce a riportare tutto alla situazione di calma iniziale, e sarà uguale uguale all’inizio, o leggermente diverso, e ci guadagna pure qualcosa.
Il protagonista non riesce a riportare il tutto alla situazione di calma iniziale, e ci perde pure qualcosa.
Fine.
Visto che, detta così, ci si riempie il cuore di tristezza, possiamo ragionare sui due modi di comporre il finale e guardare tutti i possibili tipi di conclusione.
Eccoli qui, sono sei.
Finale Esaustivo
Vissero tutti felici e contenti.
Tutte le trame, tutte le sottotrame vengono raccontate fino alla loro naturale conclusione, tutte le parentesi vengono chiuse. Nei gialli all’inglese, è il momento del lunghissimo e completo finale dialettico, così anche nei Legal Thriller, e in tutte quelle narrazioni in cui è necessario, obbligatorio, essenziale, mettere tutti i puntini sulle I e tutti i trattini sulle T.
A costo di inserire didascalie grandi come lenzuola.
Inutile dire che è il finale preferito da un certo tipo di pubblico, il finale in cui tutto viene spiegato in modo esauriente e approfondito.
Cut Off Ending
Il Finale Tagliato, da non confondersi con il finale Aperto.
Nel Finale Tagliato la narrazione si interrompe al culmine massimo della tensione, si ferma e finisce nel punto narrativamente più alto, dopo aver raccontato tutto ciò che si voleva raccontare.
Non ci sono molti finali di questo tipo, il primo che mi viene in mente è il finale di Easy Rider.
Aperto
Più o meno è l’applicazione di un colpo di scena immediatamente dopo un finale pseudo-esaustivo.
Abbiamo ucciso il mostro. Sì? Bene, siamo tutti felici e contenti, controlliamo il cadavere… Ehi, non c’è più…
Antagonisti portati via dal coroner che però muovono un dito, mostri buttati giù dalla rupe dentro una cassa e la cassa si apre, il gelato mutante assassino che viene smerciato al mercato nero, eccetera… Cazzo, c’è ancora un uovo di tirannosauro…
Oppure rimaniamo sul protagonista al termine della vicenda principale, l’eroe che si allontana verso il tramonto.
Come vivrai, Rambo?
Giorno per giorno, colonnello, giorno per giorno!
Doppio Finale a Codino
Per alcuni versi è simile al Finale Aperto, ma in realtà è proprio un doppio finale esaustivo su due punti di vista narrativi differenti.
Effettivamente, io e Scully abbiamo catturato il serial killer vampiro di Boston, e lo abbiamo consegnato alla giustizia, per cui aveva ragione Scully, era un normale serial killer.
Io, Fox Moulder, sono un po’ perplesso, ma fa niente.
Stacco sul carcere, al serial killer appena arrivato fanno gli esami del sangue, scoprono così che ha 150 anni.
Per cui, un finale razionale e un codino irrazionale.
E’ un finale molto amato, per esempio, dal buon Chiaverotti quando scriveva Dylan Dog.
Circolare
La storia finisce esattamente come è cominciata.
Di solito è merito del montaggio o del terzo colpo di scena che riporta tutto alla situazione iniziale.
Un esempio di circolarità in montaggio è Pulp Fiction, un esempio di circolarità grazie al terzo colpo di scena è l’Avvocato del Diavolo.
Ospite
Come dicevo prima, se inizi con un Ospite, devi anche finire con un Ospite.
Bene, a questo punto rilancio.
Se trovi un film o un fumetto (stiamo parlando di fumetti e film di genere! Non il film cingalese sperimentale di videoarte o il fumetto con l’ecografia del mio colon) che inizia o finisce in un modo diverso da quelli elencati, ti offro una pizza.