Tengo da parte un sacco di articoli, di appunti, di fotografie, riviste. Roba che può essere etichettata come “documentazione varia”.
Molte di quelle cose sono lì da anni. Non le ho mai usate per scrivere niente di niente.
Ma non le butto via.
Non lo faccio perché ho la certezza che, otto secondi dopo essermi disfatto di tutte quelle cartellette, quello che contenevano mi servirà di sicuro.
Ho notato che se faccio una pila di fogli sulla scrivania, possono essere appunti o articoli strappati dal giornale, ricevute di bollette, biglietti da visita e quant’altro in completo ordine casuale, alcune di quelle cose mi tornano utili in tempi molto stretti.
Se invece archivio tutto, in perfetto ordine alfabetico, possono rimanere un secolo sul loro scaffale.
Ho una certa difficoltà a disfarmi dei biglietti dei treni e degli aerei.
Se hai tipo la mia età, è molto probabile che in passato hai registrato delle compilation su musicassetta. Da ascoltare sull’autoraddddio o da regalare alla fidanzatina.
Magari, come me, hai disegnato le cover, scrivendo per bene i titoli e tuttoquanto.
Ora come ora, tutte quelle compilation su nastro sono in una scatola da qualche parte.
Non le butto via, anche se non ho più modo di ascoltarle.
Mi ricordo dove, come e quando ho letto per la prima volta tutti i romanzi di Stephen King che ci sono della mia libreria.
Non ho mai comprato una scatoletta di graffette.
Si materializzano spontaneamente nel cassetto della mia scrivania.