Real Diegozilla, Tutto Il Resto, X Factor

Chi decide è l’assemblea!

7 giugno 2011 • By

Tempo fa si è tenuta la lieta assemblea del supercondominio.
Ci sono quattro palazzine di otto piani, indipendenti per alcuni aspetti, ma chiamate a riunioni federali per le questioni che riguardano l’intero blocco.
Viene affittato un cinema parrocchiale, e al posto di Maciste nella valle dei Farmacisti, arriviamo noi a dare spettacolo.
L’età media è piuttosto alta, precambriana. La soglia di attenzione è piuttosto bassa, pari a quella degli anellidi.
In più ci sono tonnellate di faide pregresse, fazioni avversarie, problemi mai risolti, scandali, cose che sanno soltanto loro. Se chiedi chiarimenti, te ne parlano come se ci fossi stato anche tu, nel millenovecentosessantatre quando la variante del progetto venne respinta per colpa di Smacchialerecchia, quel maledetto.
L’ultima volta sono volati schiaffi in gran quantità. Quindi, per evitare che i pensionati si spacchino nuovamente le sedie sulla schiena, questa assemblea condominiale si tiene sotto il controllo dei caschi blu dell’ONU.
Hanno formato un cordone di sicurezza, per evitare lo scontro fisico. Comunque sia, tuonano dei sonori vaffanculo tra gli avversari.
La situazione è complessa.
C’è il perfido Martozzi, odiato da tutti perchè si fa dare ottocento deleghe, e forte dei millesimi in suo possesso, in pratica decide tutto lui.
- che adesso fissiamo un limite massimo di deleghe che puoi dare a uno così te ne vai affangala attè e ai tuoi intrallazzi coi fornitori, buastardo!
- Vièqquà a dirlo che ti rompo la schiena!
C’è la temuta madame Zordan, che tiene tutti per le palle perchè se la guardi male ti fa causa e vince. Vince per definizione.
L’ultima volta ha fatto causa perchè ha notato un errore formale nel calcolo che divide le spese per le pulizie. Ovviamente ha vinto.
Ora viene applicata l’equazione Zordan. In parte si divide per millesimi, in parte per altezza di piano, in parte per metri quadri comuni, in parte per segno zodiacale e in parte per il peso individuale.
Un ragioniere ci è già impazzito e adesso crede di essere il Mago Zurlì.
Poi ci sono i comitati di controllo generale delle pulci e delle virgole, formati dai capi scala autonominati. Un organismo burosindacalpiramidale, che interviene ricontando i bilanci e controllando riga per riga tutti i preventivi possibili.
Di base non è una cattiva idea avere un organismo di controllo condominiale. Purtroppo, i membri dell’autonominato comitato generale ragionano ancora in lire, e la maggior parte di loro ha smesso di lavorare trent’anni fa. Per cui, diciamo, diventa piuttosto difficile approvare dei lavori che non prevedano grande uso di tufo, e una spesa sopra le centoduemilalire con spuma e lupini per la merenda degli operai.
L’amministratore, con un sorriso sornione, lascia che tutti si scannino con tutti, che tanto a lui non importa. Che gli frega.
Tra gente che urla, ogni tanto, dal fondo della sala parrocchiale si sente la voce di un signore.
Ha un forte accento napoletano, e non partecipa attivamente alla discussione, regala le sue massime alla platea, delle chiose che infiocchettano la situazione. Tipo:
- il sangue degli altri, è sempre chiù gustosoooh!
- ecchì vuole capire, capiscaaah!
Nessuno però gli dice niente. Lui butta lì la sua massima, mentre i caschi blu pakistani separano le fazioni in lotta.
Dalle otto di sera all’una e venti di notte si prosegue. Tra minacce, querele, vaffangulo, se non mettete apposto il mio box smetto di pagare le spese condominiali, dovremmo rifare i cordoli e il sangue degli altri, è sempre chiù gustosoooh!
Io mi sto divertendo come un matto. Anche quando un mio combattivo vicino indicando me e gli altri del mio palazzo annuncia:
- Ah sì? E allora tutti noi vi facciamo causa!
Poi la causa non si fa, ecchì vuole capire, capiscaaah!
Mentre un giovane architetto sta spiegando come sono andati i lavori di rifacimento delle rampe, l’assemblea finisce. O meglio, si autodecide che l’assemblea è finita e la gente inizia ad andare via. Quello però sta ancora parlando.
Un tizio, sulla porta, agitando il dito dice all’architetto che se non risolve il problema gli fa causa.
Fine dell’assemblea, a quanto pare.
Vado via anche io.
Torno al mio motorello fissato ad un palo davanti alla chiesa.
Salgo, e mentre mi allaccio il casco mi raggiunge il mio vicino: Il signor Curti.
(Il signor Curti è un mio grande amico, se vuoi conoscerlo meglio ti conviene leggere i post di X Factor 4, dove lui è uno dei protagonisti)
- Oh che fortuna, così mi porti a casa!
Dice il signor Curti, zompando sul mio motorino.
- Ma signor Curti… Non posso portarti a casa, ho un casco solo!
- Fa niente!
- E se ci ferma la polizia?
- Io sono vecchio. Gli diciamo che mi faceva male una gamba e che mi hai gentilmente portato a casa.
- Da quanto non vai su un motorino?
- Saranno quarant’anni!… Adesso vai! Vai! Accelera!
E così, all’una e mezza di notte, io e un ottantenne felice, siamo sfrecciati verso casa tra le vie deserte della sonnacchiosa periferia milanotta.
Alla prossima assemblea, per sicurezza, mi porto dietro un casco in più.