Io e i fumetti

Politica Narrativa.

22 settembre 2011 • By

Ho un grosso problema. Sono così abituato a pensare in termini narrativi che faccio molta fatica a decodificare la realtà.
Nel mio mondo, se c’è un problema, arriva qualcuno che lo risolve.
C’è un cattivo?
Arriva un eroe che gli rompe le ossa.
O perlomeno ci prova. Magari non ci riesce, ma tenta di fare qualcosa. A volte lo obbligano, lo incastrano, gli rapiscono la figlia, ma nel mio mondo di eroi, egli interviene.
C’è il Dottor Perfidia che instaura un regime di terrore?
Bene. Da qualche parte ci sarà sicuramente Capitan Bellezza e i Miticiamici che proveranno a rovesciare il terrifico regime del cattivissimo.
C’è un mistero da svelare?
Esiste qualcuno legittimato a risolverlo.
Sono abituato ad un sistema basato su un antagonismo frontale ed evidente. Azione e reazione.
Ordine nel disordine. Interventi nella trama per risolvere il problema iniziale.
Batman non ha mai detto a Joker:
- Dai, su, fa il bravo, smettila. Ritirati, fa un passo indietro e finiamola qua.
(Sì, l’ha detto. Ma era una storia di Alanmùr per cui non vale. E poi quello non era nemmeno veramente Joker)
Ecco perché non capisco tutti questi che si appellano abberlusconi.
- Dai su, per favore, ma ti pare il caso, ritirati buonino a vita privata, dimettiti eddai.
Ma pensano davvero che uno così gli dia retta?
Capiamoci. Se usassi la nostra realtà per scrivere uno dei miei soggetti, la redazione me lo boccerebbe.
Un dei miei editor, piuttosto incazzato, mi telefonerebbe dicendo:
- Ma Cajelli! Ma ti pare logica una cosa così?! E poi, dai, hai trascinato troppo le cose! Il protagonista si sarebbe mosso molto prima! Fino a che punto di bassezza deve arrivare questo nemico prima che il tuo eroe si decida a intervenire?! Eh?! Dimmelo!
Ecco.
Leggendo i giornali, sento un editor che mi urla nella testa.
Più di così, che cosa dovrebbe fare Berlusconi per far muovere qualcuno?
La risposta è che questo qualcuno non c’è.
L’amarezza che mi attanaglia di fronte allo squallore dei suoi servi, si allarga fino a ricoprire anche l’altra parte. Gli altri, quelli che chiedono cortesemente le dimissioni, e parlano, parlano, parlano.
Basterebbe poco, in verità. Per dire, basterebbe che in massa non si presentassero più in aula, picchettando ad oltranza senato e parlamento.
Non lo fanno, e non lo faranno mai. Questo, ai miei occhi, li rende tutti amici di Joker.
E gli amici di Joker non sono miei amici.