Real Diegozilla, Tutto Il Resto

I pedali del terrore!

5 ottobre 2011 • By

Me la giravo in macchina. Dovevo portare un coso ingombrante, e mi servivano per forza quattro ruote invece di due.
Arrivo a un incrocio. Ho lo Stop. La strada che interseco è a senso unico da sinistra a destra.
Mi fermo. Guardo a sinistra. Passa una macchina. Aspetto. Passa un’altra macchina aspetto.
Via libera. Accelero.
Mi ritrovo davanti un ciclista che sta attraversando l’incrocio contromano. Si stava facendo tutta la via in controsenso e mi arriva dal lato in cui non dovrebbero arrivare altri veicoli. Cazzo, è una strada a senso unico!
Inchiodo. Mi fermo a tanto così dalle sue gambette pedalanti. E’ un tizio sui quaranta, jeans, maglietta e gilet multitasche. Tipo quello di Dampyr. Però è meno figo di Dampyr.
Sto per scatenare il più colossale vaffanculo della storia umana, in una frazione di secondo spero che mi dica qualcosa, così scendo e gli spiego il codice della strada usando la Muay Thai.
Invece no. Mi paralizzo.
L’imbecille sfila via senza dirmi niente, e noto che ha un bambino quattrenne abbarbicato su un accrocchio porta bimbo. Un seggiolino in plastica verde.
Il cuore comincia a battermi dietro le orecchie.
Occhei, sono un tamarro. Occhei, volevo scendere e picchiare un tizio. Occhei, venti centimetri e l’avrei investito, ci sarei rimasto male, ma alla fin fine se attraversi un incrocio contromano te la sei cercata. Ma il quattrenne?
Quello non ha deciso di avere un padre pirla.
E se non facevo in tempo a frenare? Come reagisce il corpo di un quattrenne senza casco, infilato in un seggiolino del cazzo, in caso di impatto?
Come avrei reagito io, e qui torto o ragione non c’entrano più niente, nel far male a un bimbo?
Ho fatto dieci metri e ho accostato. Tiggiuro che tremavo. Ero preda di un terrore mai provato in via mia.
Ma poi, cazzo. Per portare un bambino in macchina mi servono otto air bag, un seggiolino omologato, approvato dalla NASA e ce lo devo legare con tre cinture. In bici posso portare un quattrenne senza casco infilato dentro un aggeggio che sembra una piccola sedia da giardino.
E poi andare allegramente contromano, attraversando incroci.
Lionel Hutz, come minimo, intenterebbe una causa per tentato omicidio.
Amico, spero proprio che te la rubino quella bicicletta.