Un mio amico a un certo punto ha detto: sapete che c’è? C’è che me ne vado. Allora ha venduto tutto, ha fatto visti e assicurazioni ed è andato a vivere a San Francisco. Ho altri due amici che hanno detto più o meno la stessa cosa e sono andati in Giappone, un altro paio in Olanda, un paio in Spagna, ecco. Non credo che la geografia delle mie amicizie importi a qualcuno, ma tant’è. Il mio amico “C” da San Francisco laggiù fa le sue cose. Scrive, va in onda, vive, guarda, racconta. Ha iniziato a fare dei pezzi sulla televisione ammericana, sulle differenze, sul come e sul perché. Il suo articolo parte così:
HBO fa schifo
occhei, adesso che ho attirato la vostra attenzione vi spiego che in fondo non è mica vero. è solo che una volta fatto il salto al di là dell’oceano, pieno di aspettative sulla bengodi della tivì, ci si rende presto conto che se si usano i parametri nostri, quelli con cui si valuta un canale televisivo in italia, si potrebbe arrivare a rimpiangere raidue. e no, non la sto mica sparando tanto grossa. provo a farvi una specie di diretta. arrivi a casa verso la fine del pomeriggio. è il tuo primo giorno qui ed accendi la tivì. innanzitutto se vedi qualche cosa significa che stai già pagando perlomeno trentanovedollari. e novanta. al mese. hai un migliaio di canali, ma non è mica vero. fai zapping e ti rendi conto che più del novantapercento non li stai pagando ancora. sulla sessantina che vedi, scorrono le repliche. mica mescolate fra di loro. c’è il canale che da lì alle otto ha solo the big bang theory, quello che ha tutto the office, quello che ha la maratona di friends [!?!], quello che ha frasier e basta. per non parlare dei canali via cavo che potrebbero anche trasmettere, non so, dual survival per una intiera settimana.
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Bene. Come sempre uno può essere d’accordo o meno, può capire o non capire, può farci tutte le capriole dialettiche che vuole.
Ci sta. Mi piace. Io ho letto l’articolo, l’ho percepito come una cronaca, mi sono fatto le mie idee, eccetera.
Eppure, anche se sono un quarantenne scafato, il mondo e la realtà riescono ancora a stuprimi. Infatti, mai e poi mai, mi sarei aspettato di leggere nei commenti delle osservazioni come:
cordelia scrive: 19 aprile 2012 alle 10:15
Interessante rubrica, veramente interessante. Peccato per una cosa, l’avrai anche scritto nelle tue note personali ma tutte quelle minuscole non si possono proprio vedere. Certe cose, come la matematica, non sono un’opinione!
Gcube scrive: 19 aprile 2012 alle 11:09 Rubrica bella e interessante. Sicuramente non me la perderò 😉 ! Però, si fa veramente un po’ di difficoltà a leggerla. Non tanto per le minuscole, quanto per tutte quelle “originalità” nel modo di scrivere. Va bene avere uno stile distintivo e caratterizzante, ma qui si esagera 😉
Kitty scrive: 19 aprile 2012 alle 12:01 Cordelia ha ragione. E neppure tutti quei “divudì, tivù, millemila, trentanovedollari. e novanta, occhei” e via andare. Si fa fatica a leggere. Contenuto estremamente interessante, forma atroce: risultato, un pezzo medio medio.
E via così, due pagine di commenti più o meno simili.
Difficile?
Fatica a leggere?
Ma che cazzo…
Qui non si tratta, ovviamente, di difendere un articolo scritto da un mio amichetto. La questione è sul difendere, in qualche modo, il comprendonio della nazione.
Occhei, messa così è una missione persa in partenza.
Non ho idea di quale sia il target del sito in questione: Serialmente, non ho idea dell’età o della formazione culturale del loro lettore medio, ma quei commenti sono fortemente indicativi.
Si è perso qualcosa per strada.
Si è persa la capacità di guardare ai contenuti, accettando una forma e un linguaggio non derivata dallo standard di linguaggio dei comunicati stampa.
Non puoi, davvero, fare fatica a leggere quel pezzo. Non puoi paragonare la scrittura alla matematica, o forse si, tirando in ballo la quantistica, ma non la mate che si insegna alle medie.
Il peso, l’ombra, il fantasma che si aggira nei commenti è il fantasma del non-letto, della colonizzazione culturale televisiva, del bla-bla-bla puccettoso della scrittura innocua.
Perchè, se definisci quel pezzo come scritto in modo estremo, quali aggettivi ti rimangono per descrivere questo?
Hubert Selby Jr.
Ultima fermata Brooklyn.
Traduzione di Attilio Veraldi.
Feltrinelli.