Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata ai “momenti precedenti” del porno.
Come ho già detto: “Quel momento, quei minuti, quel prologo iniziale dove tutto principia.
Le fasi precedenti al momento topico in cui il genere si esprime nella sua essenza narrativa specifica. Questa rubrica esplora quei fotogrammi, cercando di ricostruire le storie che ci sono dietro.”
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Ma scopriamo subito le fantastiche storie di oggi.
Venceslao, motociclista appassionato di scacchi, era il fan numero uno di Garri Kimovič Kasparov. Infatti aveva la canotta commemorativa del primo incontro Kasparov-Karpov, avvenuto a Mosca pochi mesi prima. Era tessuta in bachelite, come la scacchiera che usarono i due campioni, e Venceslao la indossava con rara fierezza.
Mentre sfrecciava sulla sua due ruote, notò una piacente donzella passeggiare lungo la via. Era Brunilde, una sua cara amica che non vedeva da un po’. Quindi l’attese.
Brunilde era ben lieta di accettare il passaggio in moto di Venceslao. Ed era ben lieta di accettare anche tutto quello che sarebbe accaduto in seguito, come è ovvio per motivi di genere narrativo.
Ma prima di lanciarsi nell’estasi suprema della carnazza, per Brunilde era necessario mettere le cose in chiaro.
- Che cosa hai fatto ai capelli?
- Capelli? Quali capelli?!
- Quelli che hai in testa!
- Ma no, non sono capelli, è uno scoiattolo. Stai tranquilla, l’ho addomesticato e non morde.
- E sotto il naso?
- Oggi ho mangiato il Brasato. Rimanenze.
Quel pomeriggio, la sbarazzina Santoukhde, ascoltando i saggi consigli dei fiori parlanti che crescevano rigogliosi sulla sua tappezzeria, chiamò il suo caro amico Tuamanguluka, per trascorrere un pomeriggio in allegria.
I due decisero di prepararsi al meglio.
Santoukhde decise di cambiarsi. La camicia realizzata dal clone malvagio di Missoni, e il gilet del Mago Silvan non erano adatti per quel tipo di meriggio.
Tuamanguluka invece, ben sapendo che la sua amica doveva mantenere un costante regime alcoolico, si attrezzò con un capiente scatolone ricolmo di ogni delizia.
E fu così che lei lo accolse, con il sorriso delle grandi occasioni e una vestaglia che lasciava poco spazio all’immaginazione, all’indecisione e all’intonazione.
Sotto, si intravedeva una lingerie atomica usata per tenere al caldo il nucleo.
- Dai, levati questo giubbottino della Combipel!
- No, è della Fiat.
- In che senso?
- Sedili della Fiat Marea Weekend.
A quella risposta Santoukhde perse tutti i freni inibitori.
Unelma la bruna, e Varma la bionda, accettarono l’invito dei gemellini Pellervo e Voitto.
I ragazzi avevano convinto le due donzelle a passare con loro serata, millantando di possedere un nuovo e straordinario tipo di stupefacente. Pellervo e Voitto avevano promesso alle belle Unelma e Varma di condividere con loro un po’ di quella nuova droga appena sbarcata sul mercato di Swiebodzin.
- Allora!
Incalzò la spregiudicata Unelma, sorridendo alla compagna.
- E’ un’ora che beviamo Spuma Scura e Vat 69, ma di questa nuova droga non c’è traccia!
- Forse ci hanno raccontato delle frottole!
Concluse la spumeggiante Varma.
- Ma no!
- Disse a quel punto Pellervo.
- La nuova droga è sempre stata qui, sotto i vostri occhi.
- Davvero?
- Chiesero le due all’unisono.
- Sì. La droga è quel bel quadro sulla parete, basta fissarlo una mezzoretta per sballare completamente.
E così fu.
Unelma si convinse di avere un Carlino infilato nel pantalone, e pretendeva che Varma lo spingesse fuori.
- Non senti come ansima?!
- Sì, ma i Carlini respirano così!
- Sarà, ma aiutami a tirarlo fuori che mi smaglia i collant!
I gemellini Pellervo e Voitto, in estasi, rimasero fermi immobili a fissare il sole che tramontava in un vaso.
Perché è così che ci si diverte nelle lunghe notti invernali a Swiebodzin.
“Questi sono gli attimi prima… Quello che succede dopo è roba che poi non ci credi. Oppure sì, tanto lo sai come va a finire con questo genere di cose.”