Vado a pranzo in trattoria con un amico. Purtroppo mi sintonizzo sulle chiacchiere dei due tipi seduti al tavolo di fianco al mio. Due tassisti, presumo.
Quando l’orecchio si sintonizza sulle frequenze del chiacchiero altrui, è moto difficile non sentire. Per cui sento.
Mi ricordo.
Allaccio e ricostruisco i pezzi mancanti, romanzo un pochettino ed eccolo qui.
- E lui si è fatto abbindolare, ‘sto pirla!
- Già!
- Ha dato retta alle chiacchiere…
- Sì, sì. Si è fatto prendere per il culo da Montezemolo e dalla Confindustria, ma io lo avevo avvisato che erano tutte cazzate!
- Che pirla.
- Gli ho detto: oh, ma va che non devi mica crederci…
- Sì, sì. Lui era convintissimo che liberalizzassero le licenze…
- E invece….
- TRAAAACK l’ha presa nel culo!
- Che pirla.
- Vabbè, lo sai come è andata no?
- Più o meno.
- Lui era sicuro che da lì a breve avrebbero liberalizzato tutto. Per quella questione là del treno più il taxi, tutto sotto lo stesso padrone. Allora si è convinto che si sarebbe ritrovato in mano un foglio che non valeva più un cazzo.
- E ha venduto in fretta e furia.
- No, no. Ha svenduto. Ha svenduto la sua licenza. Vado in vacanza, coglioni! Così ci ha detto.
- Davvero?
- Sì, era convinto di tornare e trovare tutto liberalizzato. E invece…
- Invece l’ha presa in culo, ‘sto pirla.
- Che poi dico… Vendi la licenza, prendi dei soldi, investili, no?
- Ma va… Quello è un pirla.
- Poteva metterli via, investirli, e invece…
- Puttane e cocaina!
- Coglione…
- Pensa che mi mandava gli SMS dalla Tailandia mentre scopava, mi scriveva: Uè, pirla! Vendi tutto e vieni qui pure tu.
- E si è bruciato via tutto fino all’ultimo centesimo.
- Tutto in puttane e cocaina. Adesso non ha più una lira.
- E nemmeno la licenza.
- ‘Sto pirla!
- Però mi sa che si è divertito parecchio.
- Già…
- Già..