Questo è uno spin off di Fumetti al Telefono. Ambientato nella stessa realtà parallela descritta qui. Il testo che segue è stato leggermente modificato, ma rimane aderente all’originale via chat.
Fumetti al Telefono riprenderà presto, come al solito su Fumettologica.
Ti ricordo che anche in questo caso: The names were changed to protect the innocent.
- Hai una richiesta di amicizia da Asmodeo Munghi.
- Richiesta accettata.
- Hai un nuovo messaggio.
Asmodeo Munghi:
Devo fare le prove per la Gianni Colt Editore.
Diegozilla:
Ciao, eh.
Asmodeo Munghi:
Devo fare le prove per la Gianni Colt Editore.
Diegozilla:
Sono contento. Ma perché lo dici a me?
Asmodeo Munghi:
Perché lavori per la Gianni Colt Editore.
Diegozilla:
Sì, ma non sono un redattore. Sono un collaboratore esterno, non ho alcun ruolo redazionale.
Asmodeo Munghi:
Allora guarda la mia gallery e dammi il tuo parere.
Diegozilla:
Okay.
Asmodeo Munghi:
Hai visto?
Asmodeo Munghi:
Hai visto?
Asmodeo Munghi:
Come ti sembrano?
Asmodeo Munghi:
Hai visto?
Diegozilla:
Stavo lavorando. Ho visto adesso la tua gallery.
Asmodeo Munghi:
Che consigli mi dai per fare le prove per la Gianni Colt Editore?
Diegozilla:
Guarda, sinceramente, il tuo stile non mi sembra molto compatibile con la Gianni Colt Editore.
Asmodeo Munghi:
Spiegati meglio, non capisco.
Diegozilla:
Il tuo segno mi sembra ancora un po’ acerbo, e poi nella tua gallery ci sono più pin up e illustrazioni che tavole di fumetto…
Asmodeo Munghi:
E quindi?
Diegozilla:
Un fumettista si può giudicare dalle tavole, non dalle pin up.
Asmodeo Munghi:
A parte quello?
Diegozilla:
Noto molte lacune nel disegno… Non c’è costruzione, non ci sono panneggi, ombre… Le prospettive non sono corrette… E poi comunque, secondo me, lo stile che usi non è adatto per le produzioni della Gianni Colt Editore.
Asmodeo Munghi:
Spiegati meglio, non capisco.
Diegozilla:
Forse potrebbe andare bene per qualche produzione amatoriale o underground. Molto amatoriale e molto underground.
Asmodeo Munghi:
Secondo me va bene invece.
Diegozilla:
Non lo metto in dubbio, ma a mio avviso, anche sorvolando sullo stile, ammesso che sia possibile definirlo stile, non sei ancora pronto per il tipo di lavoro e di impegno richiesto dalla Gianni Colt Editore.
Asmodeo Munghi:
Non capisco, spiegati meglio.
Diegozilla:
DISEGNI DI MERDA, VA BENE COSI’?! ORA LO CAPISCI?
Asmodeo Munghi:
Fottiti bastardo! Siete una casta del cazzo e dovete morire tutti.
Si sa che alla Gianni Colt hanno delle pretese.
Ahahahahah… come ti capisco!
io avrei risposto alla fine con un “Non capisco, spiegati meglio!”
ma va cagar!
Se posso permettermi, io non capisco questa mancanza di obiettività in certi aspiranti disegnatori. Capisco fossero sceneggiatori, lì è già più difficile capire se realmente le proprie idee siano valide ma un disegnatore, basterebbe che confrontasse i suoi disegni con i fumetti su cui vorrebbe lavorare per capire se è valido o no!
…sospetto che si tratti di quel simpaticissimo che così tanta gente (me compreso) ha insultato a destra e manca di recente su FB!
Lungi da me l’idea di spezzare una lancia a favore dell’ineffabile Asmodeo Munghi, che immagino giovanissimo, ma non è così facile per un aspirante cartoonist, nell’età in cui si sopravvalutano le proprie capacità al punto che scalare l’Everest è il trekking parrocchiale, capire che le proprie splash pages ripiene di imbarazzanti pin ups di personaggi ipertrofici o grotteschi in pose da monumento equestre siano lontane anni luce dallo storytelling e dalla capacità di rendere anatomia, linguaggio del corpo e contesto che popolano una qualsiasi pagina SBEllica.
Per chi guarda ai fumetti solo dall’esterno è difficile comprendere quante ore e anni di duro lavoro siano necessari per produrre novanta e passa tavole di materiale bonelliano, matite e chine, raccontando una storia attraverso un segno che sia professionale e credibile. La rete , come tutte le cose strumento neutro e non x forza buono o cattivo, amplifica la sensaz che sia sufficiente saper disegnare Mascellino che Ghigna guardando il lettore per diventare una stellina di via Buonarroti.
E’ alla portata di tutti: si crea un blog, lo si riempe dei propri lay outs e li si commenta con dida in cui si spiega che si tratta di un work in progress e che è l’embrione di un’idea che potrebbe interessare un agente di un redattore di una casa editrice. Stay tuned, eccetera. E’ come quella storia di Zagor de , mi pare, I Naufragatori ( Rauch/Chiarolla ndr ) con una famiglia Addams che accende fuochi sugli scogli perchè siano presi x fari dalle navi di passaggio di modo che i ceffi possano pescare tra i rottami.