Serie TV, Televisione

The Knick, stagione 1.

16 dicembre 2014 • By

Si potrebbe recensire in due parole: Figata Maiuscola.
Ecco. Fatto.
Però, mi piace dilungarmi, quindi ti dirò dell’altro.
The Knick è un medical drama retrodatato. Prendi il Dottor House, mescolalo con E.R., aggiungici un pizzico di Grey’s Anatomy, mixalo con Gangs Of New York, Mad Man e Nurse Jackie.
Ecco The Knick, serie medica ambientata nella New York dei primi del ‘900.
È splatter, è bello peso in alcuni momenti, ci sono le donne nude, la ddroga, il crimine, un medico ossessionato dal suo ruolo. Il politicamente corretto è assente, si fa largo uso della parola con la “N” quando ci si appella ai neri, polizia corrotta, amministratori spericolati e capitani di industria con la tuba tipo Uncle Scrooge.
C’è anche una candida, eterea, bianchissima e virginale infermierina che finisce per lordarsi nell’immondo mondo della tentacolare metropoli newyorcana di quei tempi lì.
Clive Owen, immenso. Faccia giusta per il ruolo.
Ricostruzione storica da mandare gli storici in godurioso delirio.
Dato che sono un fissato, sono andato a controllare anche le virgole, e sui libri  c’è tutto quello che viene drammatizzato e narrato negli episodi. Tutto. Da Mary tifoide (minimo) alla rivolta irlandese contro i neri, passando per l’eroina della Bayer e tutte le procedure chirurgiche che si vedono nella serie.
I medici sono ricalcati su figure realmente esistite, la narrazione si fonde con la storia della città e della medicina in un modo per nulla didascalico.
Tutto però, viene comunque ricostruito nel dettaglio. Fin troppo nel dettaglio. Al punto che il “normale modo di fare” ospedaliero del periodo, oggi ci sembra fantascienza distopica.
Hanno girato tutti gli esterni live, a New York, nel Lower East Side. Ed è stato un lavorone aggiuntivo, come dimostra la gallery qui sotto che ho rubato sul Daily Mail.

Dirige Steven Soderbergh, decisamente in forma.

A fare funzionare la serie da un punto di vista drammatico è l’assenza di tecnologia. Il retro datare, l’eliminare tutto quello che consideriamo scontato a livello “medico”, crea un effetto straniante. Avvicina e allontana per repulsa allo stesso tempo. Operano senza guanti, senza antibiotici, senza l’immancabile Risonanza Magnetica e non c’è nessuno che a un certo punto esclama: E’ Lupus!

No, non c’è niente di tutto questo. Ti chiedi come facevano a uscire vivi dagli ospedali del periodo, per poi tornare a una realtà quotidiana ancora più dura e feroce. Alcune situazioni sociali noi le stiamo vivendo ora, con un secolo di ritardo. Il che ti porta per forza di cose a fare dei paragoni con l’attualità e con il tuo contemporaneo. Non è un caso che su molti blog a stelle e strisce The Knick sia stato accusato di razzismo, di maschilismo, di essere eccessivo nel suo politicamente scorretto e di mostrare un protagonista troppo brutto, troppo sporco e troppo cattivo. Loro si sono dimenticati com’erano, da dove sono partiti e forse, sbatterglielo in faccia fa un po’ male.

Se ti piace il genere Medical, e se sei un po’ stufo dei tira e molla tra Callie e Arizona, ecco. The Knick fa al caso tuo. Finale di stagione con il botto, con un gioco di cortocircuitazioni citative che porta direttamente alle stagioni finali del Dottor House. Da vedere insomma.

Figata Maiuscola.