La cosa più divertente, da quando ho iniziato a fare domande, è notare come sia scattata una sorta di risposta preconfezionata, il mantra del marketing 2.0.
- Ma le pubblicità dipendono dai tuoi cookies! Quello che vedi tu è diverso da quello che vede Pinco Pallo Peperone!
- Sì, grazie.
Uso Internette da circa 20 anni e queste cose le so già.
Anche se me lo dici come se fosse la rivelazione di ‘sto pippero, è una cosa nota. Se sai usare e conosci la rete. Il fatto che sia il mantra del marketing 2.0. mi fa pensare che sia una novità per chi mi risponde così e che le campagne web delle aziende siano gestite da bimbi.
Il problema non è quello che vedo io o quello che vedi tu.
Il problema è quello che vedi.
Punto.
L’altra enorme cazzata è che le aziende non hanno il controllo su dove compaiono le loro pubblicità sul web.
Ah, ma davvero?
E allora come mai nella guida di utilizzo di Google AdWords c’è un capitolo intero che ti spiega come: “escludere siti web o domini che non sono appropriati per il tuo brand e che non aiutano a vendere i tuoi prodotti o servizi”
Nello specifico, ci arrivi cliccando qui.
Quindi:
Quello che vedo io è diverso da quello che vedi tu?
Chissenefrega.
Non abbiamo il controllo su dove finiscono le nostre pubblicità!
Falso.
La cosa vera è che se come unico parametro usi le visualizzazioni puoi finire su: “siti web o domini che non sono appropriati per il tuo brand e che non aiutano a vendere i tuoi prodotti o servizi.”
E anche quel caso, Google ti può spiegare come evitarlo.
Clicca qui per tutte le info e i post precedenti sul tema: #avoistabene?
Sto seguendo con interesse questa tua attività (e a me ogni tanto fa ridere vedere che pubblicità saltano fuori in certi siti) ma, per curiosità, cos’è che t’ha acceso sto sacro fuoco?
La stufanza del debunking