Qui una volta era tutto un complotto.

(Alcune cose sul mio rapporto con il cospirazionismo le ho già dette nel post che puoi leggere cliccando qui. )

Ciao. Io sono l’old school…
Se oggi uno ti dice: sveegliaaaa!!!111!!! è in parte colpa mia.
Me ne scuso.
Sono uno di quelli che ha contribuito alla penetrazione nell’immaginario collettivo della maggior parte delle teorie di cui blaterano i complottardi oggi.
Bimbo cospirazionista, non darmi lezioni, i tuoi libri di testo li ho scritti io. Non lo sai, ed è giusto che sia così. Significa che in passato ho lavorato bene.
Come ho già detto nell’altro post, puoi credere o meno alle cose che sto per dirti. Non è un mio problema.

Sono partito, nella seconda metà degli anni ’90, con l’idea di usare i temi del cospirazionismo come delle leggende post industriali coniugabili all’interno di una narrazione di genere.
Ci ho giocato e sguazzato. Ho partecipato, diffuso, tradotto e trascritto. Mi sono infilato in quel mondo con spirito investigativo e alla fine, rispettando la tradizione dell’infiltrato, ci ho creduto anche un po’.
Faceva parte del mio gioco.
Giusto per fare un esempio. Dopo mesi di ricerche, con un lavoro rigoroso di archiviazione e ricerca delle fonti, dopo giorni passati a incrociare le informazioni, a chattare con gente orribile, nella notte tra Natale e Santo Stefano del 2001 iniziavo a scrivere questo:

Credo che il nome del file sia abbastanza esplicativo. Era il mio rapporto sull’11 Settembre, scritto tre mesi dopo i fatti. Per intero non l’ho mai pubblicato da nessuna parte.
C’è dentro tutto quello che adesso i bimbi si divertono a spammare su Facebook, con l’unica differenza che allora, mentre scrivevo quelle cose, io me la stavo facendo sotto.
Partivo dall’analisi dei dati registrati in quei giorni dal Global Consciousness Project, una cosa non alla portata dei bimbi cospirazionisti odierni. Sostenevo che tutto partiva dall’assasinio di Ahmad Shah Massoud, la prima vittima dell’11 Settembre, ucciso a migliaia di chilometri dalle torri.
Mi è stato consigliato di tenere quelle cose per me. E io l’ho fatto, anche quando è uscito nelle sale Fahrenheit 9/11 o sono stati diffusi documentari più radicali.
Tra la gente orribile con cui ero in contatto c’era chi mi forniva le trascrizioni di “The Hour of the Time”, prima che Cooper venisse ucciso in un conflitto a fuoco. Gente che aveva fatto di “Behold a Pale Horse” una ragione di vita e millantava di aver dato assistenza a Timothy McVeigh.
Nel febbraio di due anni dopo la CIA ha fatto quello che ha fatto in viale Jenner, qui a Milano. Allora non potevo saperlo, ma avevo paura lo stesso.
(Questo non è un post didattico. Se sei un cospirazionista “vero” saprai di che cosa sto parlando, altrimenti un po’ di ricerca non guasta)
Allora non immaginavo che il concetto stesso di cospirazionismo diventasse una forma di intrattenimento riversata su un pubblico inconsapevole e auto-fomentato.
Non pensavo che si potesse, come avviene oggi, fare soldi sulle ipotesi di complotto senza collocarle all’interno di una palese opera di finzione.
Invece, con il web di massa e la grillizzazione dei cervelli, il cospirazionismo è diventato di per sé una fonte di lucro e di voti. L’esplosione del web “in tasca” non accompagnata da un’adeguata educazione a riguardo, in tandem con il concetto vigliacco e auto-assolutorio della “casta”, ha fornito la platea adatta.
Le bufale e il cospirazionismo di oggi servono soltanto a fare traffico (soldi) e sono parte di una precisa strategia elettorale.
Non sto dicendo che sia lecito bersi tutto quello che ci viene propinato dai media e dalla storia ufficiale. Non sto negando l’esistenza di visioni alternative o di verità nascoste.
Semplicemente, quello che oggi finisce sotto l’etichetta “gombloddo!” è la negazione evidente del concetto stesso di cospirazionismo.
È la versione popolare, mainstream, a portata di analfabeta funzionale con ridotte capacità di utilizzo della Rete di una galassia di concetti e teorie che potevano e potrebbero essere interessanti o addirittura vere.
Potevano e potrebbero esserlo ancora ma, grazie ai neo cospirazionisti della domenica, ora sono del tutto insostenibili e delegittimati fino al midollo. Ragionando “come ragionavo una volta”, i neo cospirazionisti della domenica sono il braccio armato del sistema che ha trovato di ridicolizzare l’idea stessa di verità alternativa a quella ufficiale.
Anche perché, fino a prova contraria, i paladini del cospirazionismo di oggi fanno parte di un partito politico che siede in Parlamento.
Dimmi tu che cazzo c’è di antagonista e sovversivo nel fare il parlamentare complottista.
Quando il cospirazionismo arriva a logiche di massa, lavorando sulla più semplice e standardizzata superficie social di internette, perde completamente il suo scopo originario.
Diventa la cianciante cazzata che è diventata oggi.
Soffermiamoci un momento sull’intrinseca imbecillità della seguente affermazione:
Guardate questo video prima che venga censurato!
Ma, coglionazzo! Aggireresti il problema mettendolo su un’altra piattaforma e non su YouTube, ma metterlo su YouTube ti serve per le visualizzazioni e fare cash.
Lo stesso discorso vale per Facebook.
Ma ti pare che se in quello che condividi ci fosse una micro particella di informazione potenzialmente pericolosa supererebbe la fase di upload su un social network quotato in borsa?Il cospirazionismo odierno non sta dis-informando, non sta diffondendo una verità scomoda, non sta svegliando le coscienze.
Sta, consapevolmente o meno, ingrassando il conto di qualcuno.

E ora dimmi, carino… Chi è la vittima di un False Flag?

 

9 thoughts on “Qui una volta era tutto un complotto.

  1. Ciao Diego,
    come spesso mi accade leggendo uno dei tuoi articoli, non posso che essere d’accordo con la tua analisi anche questa volta. Pure io faccio parte della “old School” e soprattutto del periodo “sine rete” che rendeva la ricerca di informazioni e di pseudo verità più difficile, ma forse anche più pulito (mi vien da citare “Il grande libro delle cospirazioni”,ma fu più una lettura da appassionato di comics che di integerrimo detective del vero 😉 ). Tuttavia mi sento di mettere una postilla, un piccolo appunto. Mi sembra che ora l’associazione “gonblottista”=grillino sia una generalizzazione un po’ troppo forzata. Mi spiego meglio. Durante la mia vita “politica” e da giovane (purtroppo una volta) manifestante, spesso sono stato tacciato come lo studente che non voleva andare a scuola o il dipendente che non voleva lavorare, sminuendo la maggior parte delle campagne che portavo avanti e in cui credevo. Un po’ come il fatto che leggendo fumetti ero il classico peter pan che non voleva crescere (ora invece i fumetti sono arte e quindi tutto va bene..invece negli anni 90 no, esisteva solo Topolino). Ora mi sembra che ogni povero imbecille che scriva qualcosa in rete sugli straabusati social, rappresenti l’elettorato del movimento 5 stelle. Mi ricorda il periodo in cui i comunisti mangiavano i bambini o erano fattoni scansafatiche. Non voglio assolutamente accendere una polemica o fare discorsi pseudo politici, il mio è solo uno spunto di dialogo (virtuale) con una firma che rispetto sia come sceneggiatore che come blogger.
    Grazie e buon lavoro (che poi diventa il mio piacere di lettura!)
    Alessandro

    1. Sì, ti seguo…
      Diciamo che il mio riferimento grillesco è un po’ legato alle vicende recenti e a un paio di persone di quell’area che hanno seminato bubbole in rete.

      1. Per carità, non voglia la mia essere una difesa a spada tratta degli elementi grillini, è che spesso molti dietro ad una tastiera e nell’anonimato del proprio angolino casalingo, si sprecano in analisi al di fuori della loro portata ( e per molti di loro anche un articolo di “chi” potrebbe essere un testo letterario).Purtroppo la rete ha esasperato quel quarto d’ora di celebrità tanto citato e magari si eccitano nel caso in cui il loro post/commento riceva un discreto numero di partecipanti..e diventa più facile ottenerlo con certe bubbole come le chiami tu (cazzate a nastro continuo è un possibile sinonimo). Bon non ti tedio più e aspetto i prossimi articoli!Ciao Diego!

  2. Grande! Sono probabilmente uno dei bambini di cui parla, ma da appassionato di cospirazioni disgustato dal continuo contatto con questo complottismo all’italiana non posso che condividere e apprezzare questo post!

  3. “Vertical Kennedy” lo dico da ora che sarà il nome della band di mio figlio, o di mia figlia. Mo chiedo e li faccio scegliere.
    Comunque è preso dalla mia famiglia.
    OK?

  4. Ciao Diego. Come sempre bellissimo pezzo.
    Da bambino e da ragazzino ero appassionato di “complotti” e “misteri”: leggevo Martin Mystere, saccheggiavo la collezione di libri di Kolosimo di mia madre, guardavo X-files, giocavo a Broken Sword, sapevo tutto sul Chupacabra ben prima di Voyager e del matrimonio di Gesù prima del “Codice da Vinci” (era un must alle elementari dalle suore dove andavo), ero pieno di libri sui misteri della Storia e simili. Mi affascinava l’idea che esistesse una “vera Storia” da scoprire tra le pieghe delle “verità ufficiale”. Senza particolari scossoni ormai non credo più alla stragrande maggioranza di queste cose e ne mantengo qualcuna in forte scetticismo ma credo che l’aspetto positivo di tutte queste narrative sia stato il lasciarmi il gusto per la complessità, per il rovesciamento dei concetti, per la varietà dei punti di vista sul reale, in qualche modo per il Caos che sembra essere la cifra della nostra epoca. Il dramma è che mi guardo intorno e vedo che ad un sacco di gente hanno fatto l’effetto opposto, diffondendo un senso di semplificazione occulta ed esasperata, per cui ogni problema ha una spiegazione apparentemente complessa ed arzigogolata ma in realtà semplificatissima. Si è scambiata la metafora per la realtà e ora mi ritrovo a guardare male tutte le passioni della mia infanzia.
    Perché?

  5. io non ci ho mai avuto il virus del complottismo, da ragazzo ho lavorato per un po’ a impaginare notiziario ufo (nell’unico periodo in cui era impaginato come si deve), però ho sempre letto quotidiani, settimanali e libri
    quel tanto e anche di più per capire che la verità ufficiale è un controsenso, ma se le “prove” ufficiali non ti convincono puoi fare ipotesi, mica sparare cazzate a cavolo spacciandole per vere, senza nessuna prova
    io posso aver ragione nel pensare che la juve si compra le partite e vince gli scudetti, poi dovrei dimostrarlo con qualcosa di più di sillogismi o dietrologie, altrimenti sono sospetti e ipotesi
    soprattutto quando si accusa qualcuno di fare qualcosa di specifico e molto fantasioso
    poi resta sempre il fatto che è pieno di matti spaccati paranoici, alcuni divertenti e gli si può lasciare un clic, altri no, neanche un clic (per principio non seguo nesun link a filmati da vedere prima che verranno tolti e non seguo nessun link che porti alla galassia di siti di beppe strillo e del m5strilli)

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