In edicola da oggi, la mia ultima fatica dampyriana, la 29esima storia che ho scritto per quella serie.
Titolo: L’Ospedale Stregato.
Scritto a quattro mani con un bell’uomo che risponde al nome di Samuel Marolla e disegnato da quell’altro bell’uomo che risponde al nome di Alessio Fortunato.
È la prima volta che io e Fortunato abbiamo il piacere di lavorare assieme. Ci conosciamo da un bel po’, ma non era mai capitata l’occasione di unire le nostre forze.
L’abbiamo fatto con questa storia qua.
Una storia tesa, oscura, nebbiosa e piena di sequenze e immagini disturbanti.
Ambientazione ospedaliera, incubi, cosebrutte, scivolando sui brividi canonici del sottogenere: horror ospedaliero. Le atmosfere sono tra Jacob’s Ladder di Adrian Lyne e American Horror Story Asylum, passando horrorificamente tra tutte quelle cose che a me fanno e hanno sempre fatto paura.
Per ora non dico altro, per non spoilerare nulla, semmai ne parleremo ancora tra un paio di giorni.
Per celebrare la mia 29esima storia di Dampyr, che poi sarebbe la 30esima se consideriamo l’albo speciale fuori serie di Riminicomix, qui su Diegozilla abbiamo fatto le cose in grande stile.
La sezione Dampyr del sito è stata sistemata e ben pettinata, se clicchi qui vedi il restyling. (Sì, mancano alcuni episodi, li integrerò poi)
Sulla Pagina Facebook di Diegozilla è stata messa on line una gallery con tutte le cover degli albi passati, con accanto le recensioni, i pareri e le impressioni dei lettori. Clicca qua che ci arrivi.
Il 13 Febbraio, alla Libreria Ubik di Taranto, ci sarà Alessio Fortunato in persona, che presenta il nostro albo, ed espone le sue tavole. Clicca qui per tutti i dettagli e le info a riguardo.
E ricorda:
dolce è il risveglio nel tepore del giaciglio.
Salve Diego.
Sono rimasto perplesso da quest’albo… Sebbene scritto da due autori che apprezzo parecchio, ho rilevato alcuni dettagli che ci terrei a segnalare, quanto meno per prevenire simili sviste future… Del resto mi lamento se compro una pizza e non mi piace, non vedo perché dovrei tacere su un fumetto, visto che lo seguo dal n° 1 e quindi la fetta dei miei risparmi che ho volontariamente devoluto alla Bonelli non credo sia trascurabile sotto questi chiari di luna…
In primo luogo a pag. 5 Lucy si rivolge all’attempata turista “Miss Neele”, ma nelle pagine seguenti viene chiamata “signora”… Non ci è quindi dato di capire il suo stato civile: non che questo sia funzionale alla storia, ma credo che un minimo di coerenza in una dozzina di pagine consecutive di sceneggiatura non sarebbe male.
Poi non capisco perché Harlan e i nostri si comportino con le persone catturate dall’ospedale dell’altro mondo come se fossero delle “magliette rosse” di Star Trek: sono vivi, sono torturati, ma manco una vignetta di scrupolo per dire che non è stato possibile salvarli, anzi si sfrutta un incendio causato dai cattivi (volontari o indotti che siano), per tagliare i ponti di quella dimensione col pianeta Terra, e addio a ogni speranza di riportarli indietro! Dubito si sia voluto tenere uno spiraglio per un eventuale sequel, visto che di escursioni nel Multiverso ce ne abbiamo un albo sì e l’altro anche. Insomma siamo tornati a un fumetto tendente al politicamente scorretto, che mi starebbe pure bene, se si trattasse di far marcire sadicamente dei cattivi invece che dei poveri disgraziati la cui unica colpa è stata quella di essere ricoverati/ospitati in un ospedale un po’ borderline…
Infine non sta proprio su questo riaprire un ospedale chiuso da decenni: a Lampedusa stanno messi meglio coi centri d’accoglienza, possibile che nell’isola di Arran non ci siano sistemazioni differenti? E’ proprio una forzatura, un voler portare vittime ed eroi sul teatro della scena madre senza preoccuparsi troppo della coerenza con quello che avrebbero fatto gli enti preposti nel caso di un naufragio vero.
E… no, non voglio sapere perché Harlan si trova da Dean per Natale senza Tesla e Kurjak, e perché c’è invece Hanneke e non alcuni dei tanti personaggi britannici per i quali la casa di Barrymore è più facile da raggiungere.
Speriamo nella prossima storia…