Carissimo Mimmo…
eccomi qua a risponderti, proprio come hai chiesto tu.
Per prima cosa lasciami dire che nessuno ti impedisce di essere razzista. Ma proprio nessuno, nessuno, nessuno.
Però c’è una differenza sostanziale, profonda, strutturale, tra la libertà di dire e pensare quello che si vuole e le responsabilità che derivano dall’averlo fatto.
Il razzismo è uno degli aspetti più evidenti di una gretta, belluina, torrenziale, sesquipedale, strumentalizzabile, titanica ignoranza.
Ma a dirlo non è la sinistra.
Non lo dicono i comunisti e non lo dico io.
Lo dice proprio la lingua italiana.
Lo dice il Diritto.
Lo dicono le norme contenute nella Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948. Norme che il nostro Paese, di cui tu sei un rappresentate politico, ha firmato e che è tenuto a rispettare.
Quindi, ricapitolando.
Vivi in un paese che ti concede la possibilità di essere razzista. E per esercitare questa possibilità non devi nemmeno fuggire, metterti nelle mani dei trafficanti di uomini, vedere morire annegati i tuoi cari, arrivare in un altro Paese ed essere strumentalizzato per i più beceri fini politici.
Hai questa possibilità e tutto il diritto di sfruttarla.
E io, usando in modo proprio la mia lingua madre, il Diritto, e la Convenzione che il mio Paese ha firmato, ho il dovere di etichettarti come meriti di essere etichettato.