Io mi ricordo com’erano quei due posti prima.
Mi ricordo come era la Darsena addirittura prima che iniziassero i lavori farlocchi del parcheggione sotterraneo.
Mi ricordo anche com’era la struttura della stazione di Porta Genova.
In questi giorni sono andato a farmi un giro in quei luoghi, trasformati, ribaltati, ricollocati, e riaperti per l’Expo.
Era pieno di gente. Turisti, milanesi, famiglie, giovani e vecchi.
Ho preso un aperitivo in Darsena e ho mangiato al Mercato Metropolitano.
E mi dispiace un sacco.
Mi dispiace che non ci siano più la puzza di piscio e le tonnellate di merda vicino alla chiusa della darsena verso piazza XXIV Maggio.
Mi dispiace che gli spaccini non abbiano più un luogo sicuro, al buio, nascosto da occhi indiscreti, dove nascondere la roba.
Mi dispiace che i punkabbestia in fuga dalle loro ville in Brianza non abbiano più un posto dove far pascolare i cani.
Mi dispiace che non ci siano più le serrande sgangherate, coperte di tag e piscio di cani.
Mi dispiace che adesso non saprei più dove comprare un Cyloom.
Mi dispiace che al posto di un parcheggio sterrato del cazzo, dove fare a coltellate il sabato sera, ora ci siano un prato e delle panchine affacciate sull’acqua.
Mi dispiace che non ci siano più anfratti comodi dove vomitare, dove dormire, dove scopare, dove riposarsi prima di rimettersi in piedi.
Mi dispiace che non ci siano più le erbacce.
Mi dispiace che sotto il baracchino di Radio Meneghina, giù in riva, al buio, non ci sia più un posto sicuro dove comprare l’ero.
Mi dispiace che i venditori di biciclette rubate si siano dovuti trovare un altro posto dove proporre la loro merce.
Mi dispiace che al posto degli eroinofagi ciondolanti adesso ci siano gli hipster.
Mi dispiace che sia stata aperta una struttura chiusa da decenni, e che dentro ci abbiano messo delle persone che ci lavorano sodo.
Mi dispiace che Milano abbia perso questi e altri elementi della sua milanesità, e che facendolo, qualcuno abbia fatto la cresta si sia messo in tasca un malloppo.
Però, anche se mi dispiace un casino aver perso per sempre tutto quel disagio, tutta quella componente noir che mi ha fatto crescere milanese fusto e robusto…
Io quei due posti li preferisco adesso.
Grazie.
I rivenditori di biciclette si sono spostati dentro quel mercato orrendo verde sulla darsena
Il mercato verde è meraviglioso.
E lì dietro ci sono le officine dei sudamericani che riparano e vendono le bici.
Non sono i tamarri che ti vendevano quelle rubate.
meraviglioso… come un pugno nello stomaco. Comunque a parte questo, no, sono gli stessi, anche prima erano officina e rivenditori
Quelli che prima erano dalle parti di piazzale Cantore e poi in fondo a Senigallia verso il parcheggio di Pisotti?
Strano che gli abbiano affittato degli spazi, non trovi?
No io parlavo di quelli che erano proprio li in piazza XXIV maggio fuori dal vecchio mercato (anche loro vendevano bici di “dubbia” provenienza)
Io volevo andare a farci un giro sabato sera. “dai, insomma un posto lo troviamo, vuoi mettere?”.
Ho passato tutta la serata in coda, con tutta questa gente, tantissima gente che tra un po’ mi veniva un attacco di claustrofobia.
Mi piacerebbe farmi quattro passi lunga la Darsena, il mio problema rimane la troppa gente che mi chiedo dove fosse rintanata fino ad oggi.
Il sabato sera. In macchina. Sui navigli? Non ci voleva l’expo a peggiorare le cose per sapere che è un incubo automobilistico quasi improponibile.
Io volevo andarci in muturetta. Poi Ladyzilla mi fa: ma no, andiamoci i metro!
Così è stato. Stracomodo e veloce.