Tutte le mattine porto Minizilla al nido.
Ci va molto volentieri, lì ci sono i suoi amichetti, le maestre simpatiche, e i giochi grossi che a casa non ci sono. A quanto pare si diverte parecchio.
Spesso arriviamo un po’ in anticipo. Dobbiamo aspettare l’apertura del cancello. Allora lo porto a fare colazione al bar, dove ordina lui sentendosi grande, oppure gli faccio guidare la macchina parcheggiata.
Però, il suo passatempo preferito è stare con me a guardare il traffico. Lo prendo in braccio, ci mettiamo all’incrocio e gli racconto tutto quello che passa.
Contiamo le macchine. Chiamiamo per nome i veicoli. Diciamo i colori. Io gli racconto, più o meno, quello che ci passa davanti.
Ecco, vedi? Quello è il furgone bianco dei muratori! Fanno le case e adesso vanno a lavorare in un posto che si chiama cantiere.
Di che colore è quella macchina?
E’ bluuuu!
Dice lui.
Quei signori, invece, sono quelli che portano i soldi alla banca. Un giorno avevo ideato il piano perfetto per prenderne un po’, ma non dirlo a nessuno. Poi quel piano l’ho usato per una storia di uno dei fumetti che faccio, te lo leggerò quando sarai un po’ più grande.
Adora gli autobus. Specialmente quello grosso, doppio, articolato.
Gli piacciono un sacco i camion che portano via la spazzatura. Li salutiamo sempre.
Va detto che gli operatori ecologici sui camion dell’Amsa sono gli unici a ricambiare il nostro saluto.
Noi siamo lì. All’incrocio. A volte lo tengo in braccio, altre volte sulle spalle. E gli racconto cose. Lui ride, indica, si sbraccia.
Poi dopo un po’ si stufa e dice: scuola!
E noi ci andiamo.
L’altro giorno è passato il furgoncino giallo della Galbani, andava a fare le consegne al mercato rionale.
Minizilla mi ha spiazzato completamente.
Lo indica e mi dice:
Camion del formaggio!
Sa contare bene fino a otto, poi si incasina, ma non sa ancora leggere. Escludo che abbia letto: “Galbani” sulla fiancata e sappia che la Galbani produce formaggi.
L’unica soluzione possibile al mistero è che quel furgone sia già passato, chissà quando, e che io, sempre chissà quando, gli abbia detto: Ehi! Quello è il furgone del formaggio!
Minizilla ne è ghiotto. Deve aver associato: “formaggio” a quel tipo di furgone, giallo, e ha immagazzinato l’informazione.
Si è ricordato quello che gli ho detto e ha applicato le informazioni che ha ricevuto.
Ecco. Questo non me lo aspettavo proprio. Io da sempre, racconto un sacco di cose a Minizilla, ma non mi ero ancora reso conto di un fattore fondamentale: lui mi ascolta e ricorda quello che gli dico.
Lo so che è un concetto banale, e che Tata Lucia in questo momento sta piangendo dalla disperazione, pensando: valà te, quanto è inetto questo papà qua. Tata Lucia, perdonami, non avevo ancora compreso bene l’importanza delle mie chiacchiere con Minizilla.
Credevo di intrattenerlo e basta, e che tutte le mie parole, tutti i racconti, le storie, le descrizioni, fossero per lui una sorta di rumore di fondo divertente.
Invece no.
Quello prende appunti, e si ricorda anche le cose che mi sono dimenticato di aver detto.
Quindi, l’altro giorno mio figlio mi ha impartito una lezione importante. Devo stare molto attento a quello che gli dico perchè le nostre chiacchiere sono, a tutti gli effetti, un infotainment per un quasi treenne.
Non vorrei deluderti, ma è più probabile che abbia riconosciuto il marchio dalle pubblicità 😛
Mi sento di quotare l’intervento precedente: entrambi i miei figli hanno riconosciuto molto prima i marchi come immagine rispetto alle lettere che li compongono.
Poi può essere un insieme di cose, sicuramente. Ma hanno una memoria fotografica incredibile per la loro età.
No, stai attento anche alle vaghe promesse che fai. Quelli sono tremendi e dopo mesi o anche anni ti rinfacciano tutto! Tipo: posti dove avevi detto che li avresti portati, cose che gli avresti comprato, giochi che avreste fatto. Ogni volta che ti scappa una mezza promessa, una di quelle cose che si dicono tanto per farli smettere di rompere, è come una cambiale che prima o poi scade. Hanno un sacco di spazio RAM, nulla va perso.
Appoggio l’ipotesi che, proprio perché va ghiotto di formaggio, benché non sappia leggere, abbia comunque riconosciuto la forma del marchio nel suo complesso che avrà visto a casa qualche volta… succede lo stesso a mio figlio che all’incirca è coetaneo del tuo (3 anni se non ricordo male) con i marchi delle auto e quelli dei supereroi dei fumetti 😉
e questo è niente. pensa quando lo ricorderete (come mille altre cose) insieme fra 20 o 30 anni e tu farai finta di andare in bagno per non farti scoprire gli occhi ludici