Ho il cuore pieno di disperazione. Siamo rimasti soltanto in due a ricordarci ancora di lui.
Alexalba.
Bisogna tornare indietro nel tempo. C’era una volta il 1994.
Non esistevano talent show, non c’erano i social network, non c’era You Tube, non ti potevi masterizzare i ciddì da solo in casa, non c’era iTunes, Spotify e compagnia bella.
Preistoria, quindi.
Bisogna prendere nota del contesto storico, perché è parte integrante di questa storia.
Una bella mattina, Milano si risveglia con pali dei semafori ricoperti di adesivi. Un rettangolo bianco con una scritta nera, su cui si leggeva: Alexalba.
Basta. Fine delle informazioni.
A volte, gli adesivi sui pali diventano dei brand per fighetti, altre volte gli adesivi sui pali non diventano niente. Quello è un caso di quelli in cui sono diventati niente.
- Chi cazzo è Alexalba?
Mi chiedevo io, poco più che ventenne.
I miei amici non lo sapevano, in giro non lo sapeva nessuno, i giornali non ne parlavano, nessuno ne sapeva niente.
Ripeto. Il contesto storico è essenziale per questa vicenda. E’ ovvio che oggi Alexalba avrebbe una pagina su Facebook, un profilo Twitter e mille altri canali social. Dopo aver visto l’adesivo, con un minimo di ricerca tutti avrebbero saputo tutto su di lui. Oppure avrebbero cliccato sul QRCode e via così…
Ma allora, purtroppo, le cose non funzionavano così.
Oblio.
Oblio e un Diegozilla curioso e osservava pali cercando indizi.
Il mistero mi è stato svelato anni dopo. Era il 1998 o il 1999.
Lavoravo a Radio Popolare ed ero sempre a caccia di nuovi ciddì per i vari programmi in cui ero coinvolto.
Un bel giorno, in un mercatino dell’usato, a mille lire, eccolo.
Un CD autoprodotto. Titolo: Si deve rinascere. Autore: Alexalba.
Già dalla cover si potevano intuire gli andamenti dei dinamismi psichici del protagonista.
Una foto di sguincio, con un muro alle spalle.
Una copertina con una caratteristica unica al mondo. La composizione dell’immagine concentra il tuo sguardo sul tombino che c’è per terra e non verso il viso dell’artista.
Chitarra in prospettiva pazzesca, quasi invisibile. Un uomo, Alexalba, vestito in stile tardo anni 80, con sconosciute scarpe ai piedi. Alexalba ti guarda dietro i suoi occhiali scuri, sicuro di sé.
Il CD contiene sei brani:
Si deve rinascere
Buon compleanno
Mare
Paese
Marco Marinaio
Tuono Blu.
La durata dei brani è considerevole. Si va dai tre minuti e cinquantasei di “Si deve rinascere”, ai cinque e ventuno di “Paese”.
Porto a casa il ciddì, e ascolto subito il singolo di apertura.
Un autentico capolavoro, che arrivati a questo punto è necessario riascoltare immediatamente.
Su le casse!
Fatto?
Hai ascoltato per bene il singolo?
Vorrei precisare, nel caso ce ne fosse bisogno, che non è un canzone demenziale, stile Elio e simili.
Nel libretto del CD ci sono i testi e gli accordi di tutte le canzoni, e per la tua gioia ecco il testo della prima traccia:
Quante storie per un futuro sconosciuto
e tu che lavi la macchina
e non sai proprio dove andare
mentre le luci si accendono
in un giorno già spento
tu ridi
la tv dei sogni
la libertà dei soli
lenzuola stese in giorni di festa
con i sudori sulla fronte
per il mal di testa
l’avanti ci attende
ma il passato ci riprende
e ci sono angoli nel nostro cuore
incustoditi lasciati per dimenticare
ma se si potesse tornare indietro
quanti ricomincerebbero ancora una volta
Rit: Si deve rinascere, rinascere
per il bene di ogni male
dai colori degli anni
ai sudori dei danni
si deve rinascere, rinascere
e le bandiere levate al cielo
saranno sollievo
di questo ti amo più sincero
per le strade nella pioggia di settembre
ritornando a casa mi chiedo se
chi dei due avrebbe il coraggio di fermarsi
ma se si potesse tornare indietro
quanti ricomincerebbero ancora una volta
Ho amato tantissimo Alexalba. Ho spaccato i maròni a tutti, mettendolo in onda ogni volta che ne avevo l’occasione.
Ma sono arrivato comunque tardi. Non ho idea di che fine abbia fatto, non mi hai mai contattato quando ero in radio, ed è completamente assente dalla rete.
(Da oggi non più)
Sul CD c’erano i suoi numeri di telefono, ovviamente rete fissa che i cellulari allora erano roba da ricchi. Un numero di Milano e uno di Cuneo, entrambi non più attivi.
Ai tempi non ho pensato di staccare uno di quegli adesivi da un palo, e sono dei pezzi della Milano storica che si sono persi per sempre.
Di Alexalba ho parlato anche qui.
Dove un suo amico mi diceva che Alxalba faceva il pizzaiolo in Giappone.
E quando ho compiuto 40 anni, ho fatto un video con la hit di Alexalba come colonna sonora.
Non solo… Anni fa, quando Diegozilla era su Blogspot, nei commenti al post su Alexalba, comparve questo messaggio:
“Salve amici, è commovente sapere di avere dei fan dopo tanti anni che ho abbandonato la scena artistica. Pizzaiolo è una storia vecchia, da parecchi anni abito a Nagoya dove lavoro in un cantiere navale. Però dove eravate vent’anni fa invece di comprarmi i dischi??? Ciao a tutti, Alessandro Albarello (Alexalba)”
Roba da commuoversi.
Ogni tanto parlare di Alexalba è doveroso, è salutare è salvifico, direi. Si deve rinascere e lo si fa omaggiando il maestro. Grazie Diego.