Archetipi, influencer e umanità.

Greta Thunberg, Salvini, Chiara Ferragni, il concetto stesso di influencer, Renzi, a suo tempo Berlusconi, Saviano, i giovani startupper, Gandhi, Elena Ferrante, Lady D, Mick Jagger e via discorrendo…
Ragiono in termini non specifici, non considerando i singoli casi, le specifiche aree di azione e interesse, non considero le differenti biografie e non formulo alcun tipo di giudizio sul loro operato.
Tutte queste figure sono la risposta a un bisogno atavico del genere umano. Una necessità archetipica che parte dalla notte dei tempi e arriva a CiccioGamer.
L’umanità per “vivere”, decidere, alzarsi la mattina, votare, comprare, illudersi, sognare, cambiare percorso, ha bisogno di una figura di riferimento, e questa figura è per forza di cose un personaggio narrativo archetipale.
Gli archetipi sono diversi, raffigurano e portano avanti istanze differenti, ma rimangono comunque degli elementi semio-narrativi, strutturati su uno schema narrativo canonico.
Altrimenti non diventerebbero mai, nel bene o nel male, i nostri eroi.
Purtroppo, e qui parlo per me, io la penso come Brecht: “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”.
Vorrei davvero che non ci fosse bisogno di Greta per capire che il mondo sta andando in merda, o che non ci fosse bisogno di Salvini per capire al peggio non c’è mai fine.

 

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