10 fumetti strani, insoliti, di quelli che ti fanno dire: che figata!

Questa è una lista di fumetti indipendenti, autoprodotti, underground, di nicchia, alternativi, antagonisti, brutti sporchi e cattivi. Se qualcosa cattura la tua attenzione, copia il titolo sulla barra di Google e vai a cercarlo, comprate, sostieni questo tipo di editoria che è cosa buona e giusta.
Questa è una lista e non una classifica.

Come colpire il tizio con gli occhiali, Tommy Gun Moretti
(Uomini Nudi Che Corrono)
Il formato è piccolino 11,5 x 13,5 per 60 pagine, a colori e in bianco e nero. Un libricino spietato, tra Grattachecca e Fighetto e Tanino Liberatore. La storia, un omaggio dichiarato ai meccanismi impossibili di Rube Goldberg, parla di gente che, ironia del destino, si fa malissimo in un contesto di quiete apparente sub urbana.

Shit! AA.VV (Gruppo Katlang!)

Purtroppo il gruppo Katlang, o collettivo, o masnada di fumettisti matti, decidi tu come chiamarli, si sono sciolti alcune lucche fa con tanto di funerale. I suoi membri continuano oggi le loro avventure di autori “di un certo tipo”. Nello specifico Shit! è una rivista piccola ma dalla grande fogliazione, venduta all’interno di un pratico scatolotto per hamburger. Non è l’unico esperimento di confezione che hanno fatto, cercate gli altri.

LÖK ZINE, AAVV.

Dietro la cover del coreano Tony Cheung, si trova una rivista antologica dal sapore e dalle atmosfere internazionali. Autori molto diversi tra loro che analizzano il nostro presente in modo a volte poetico, a volte disturbante, a volte surreale. Tra i molti, a mio avviso, spicca: “La vera storia di Poverino” di Sofia Buti. La rivista è stata candidata al Premio BD Alternative 2018, del festival di Angouleme.

Le nuove avventure di Lego Adinolfi, Anonimo (autoproduzione dell’autore)

Confidenziale formato spillato da 22 pagine, saggiamente non firmato dall’autore, perchè viviamo in un mondo privo del senso dell’umorismo e le querele fioccano che è una bellezza. In quelle poche pagine l’autore infrange almeno dodici copyright e usa l’Adinolfi nazionale come eroe indiscusso. Un capolavoro assoluto che si conclude con la presentazione di Dildo Giovanardi, del quale attendo trepidante le prossime avventure.

Millennials, Lorenzo Ghetti e Claudia Nuke Rizzoli (To be Continued Comics)

Serie autoprodotta su carta e non si web. Episodi da 22 tavole, 10 episodi previsti, fino ad ora ne sono usciti 3. La storia gira attorno a una specie di Talent Show per superumani, con una buona dose di satira sociale e critica sociale. I disegni e i colori sono molto frizzanti e particolari, lontani dal già visto, già letto e già sentito.

Marco Travaglio Zombi, Stefano Rapone (autoproduzione dell’autore)

Un agile e dissacrante webcomic nella sua versione cartacea. Il titolo dice già tutto, unisce uno dei giornalisti più amati dagli indinnnniati, all’archetipo horror di riferimento di questo periodo. Travaglio non è l’unica personalità italiana ad essere coinvolta in questa avventura splatter, a un certo punto salta fuori anche Saviano in modalità survivalista. Il tutto è una fortissima e sanguinolenta critica alla nostra società dello spettacolo.

Tramp Land! Domenico Martino (autoproduzione dell’autore)

Poteva il presidentone Trump sottrarsi alla presa per i fondelli fumettosa? Ovviamente no. Ecco qua le avventure di El Trumpo, storie brevi, storie lunghe e vignette tutte raccolte in un burrito di un centinaio di pagine. Stile di disegno essenziale e pulito, per un umorismo diretto e surreale. Trump non è l’unico presidente megalomane a comparire su quelle pagine.

Giganteschio, AA.VV. (Uomini Nudi Che Corrono)

Un altro progetto collettivo, una fanzine a formato striscia dalla cadenza periodica. Il parco autori comprende il meglio del meglio che l’underground italiano può offrire in questo momento. Tutti assieme su queste pagine orizzontali danno vita a una serie di flash che vedono come protagonista il teschio del titolo.

Gestopo Propaganda, AA.VV (Snuff Comix)

Altra rivista, formato magazine, di una squintalata di pagine. È classico pugno in faccia dell’underground più under che c’è. Ricorda le produzioni della Shake degli anni ’90, una sorta di eredità visiva e concettuale dell’antagonismo cartaceo, dal Prof Bad Trip in poi. Qui ci sono le nuove leve, quelli che se pubblicano una tavola su Facebook vengono bannati per mesi. La riprova che esiste vita (artistica) anche fuori dai social.
Non è di sicuro una lettura per tutti, ma nel panorama fumettoso contemporaneo, votato all’omologazione, è importante che ci siano riviste come questa. Per dimostrare che il fumetto, nonostante tutto, è vivo.

Born To Be Vapor, di Marco Quilici e Marco Turambar D’Alessandro (Industria Fumettisti Anonimi)

Tiratura di 100 copie, per un fumetto confezionato nella cover rigida di una vetusta VHS. Successo garantito per gli anziani nostalgici come il sottoscritto. È un fumetto Vaporwave, stile di disegno e storia si rifanno al genere musicale di riferimento, un post punk digitale, sofisticato e distopico. Un po’ di menate sul senso della vita e scene simboliche di dialogo con Testa di Luna. Interessante leggere il fumetto con la colonna sonora, rigorosamente vapor, consigliata dagli autori, che spazia dai Vektroid ai Blank Banshee.

Articolo pubblicato su Lupo Magazine 4, uscito il 28/06/2018 e in parte rieditato.

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