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Sceneggiature

Dampyr, Fumetto, Sceneggiature, Scrittura, Workshop

Occhi (del lettore)

7 aprile 2007 • By

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Attenzione.
Ci sono spoiler a mazzi.

Ora che è uscito, posso parlarvi un po’ di quello che ho fatto nel Dampyr di questo mese.
Non prima di invitare tutti a una standig ovation per lo splendido lavoro di Fabio Bartolini, okay, io sono di parte, ma chi se ne frega!
Fabio ha fatto un lavoro eccezionale, e se l’albo incute un po’ di timore, è soprattutto merito suo.
In “Occhi di gelo”, il cui titolo alternativo era prima: “ Il Volo dei Dannati” e poi: “Terminal 13”, ho tenuto una precisa scelta di sceneggiatura.
Ho provato a gestire la narrazione seguendo una logica ferrea sui punti di vista, un gioco sui colpi di scena e la suspance dove il personaggio principale è il lettore.
Il lettore sa, vede e percepisce per primo ogni elemento disturbante.
Il lettore è chiamato a raccontarsi da solo tutte le dinamiche degli omicidi, infatti, non a caso, le uccisioni avvengono sempre fuori campo, ed è stata una scelta un po’ strana per un tamarro come me.
I pignoli diranno: Diè, che cazzo dici, il primo omicidio è in scena!
E io rispondo: Ah, sì, nella versione stampata sì, per motivi redazionali la vignetta è stata corretta.

Comunque, giusto per fare un esempio della logica del “lettore in primo piano”, pagina 48, Pagina 61 e 63, sono il frutto di questa scelta narrativa. Gli elementi emotivi vengono proiettati prima verso il lettore e poi verso i personaggi.
Non ho inventato nulla, sia chiaro, questo modo di strutturare il rapporto con chi sta leggendo è molto cinematografico e lì, nel cinema, è stato portato ai massimi livelli dal maestro Hitchcock, basta guardare “Nodo Alla Gola” per 10 minuti, per capire fino a che punto può essere tirata quel tipo di corda emotiva.
C’è un’unica cosa che il lettore non sa, ed è il perché, il motivo che spinge i quattro fantasmi ad agire contro i vivi, e l’unico, viste le caratteristiche del personaggio, che può fare luce su queste motivazioni è Harlan.
E così, il lettore, attraverso Harlan, apprende ciò che, anche nel suo ruolo da “spettatore privilegiato”, non potrebbe apprendere.
Allo stesso modo, ci sono cose che soltanto il lettore conosce, ci sono elementi che rendono (a mio avviso, e nella migliore delle ipotesi possibili) questo albo diverso a seconda di chi lo ha letto.
Una su tutte è il volto della figura a pagina 52.
Il non voltarsi, il non esplicitare visivamente ciò che soltanto Dellroy vede, il non raccontare quell’elemento, è in realtà un paradosso narrativo.
Perché quel volto viene visto, quell’elemento viene raccontato.
Dove?
Nella mente di chi legge.
Ciò che manca viene completato, e sono sicuro che quel volto qualcuno lo ha visto.
Tutto questo funziona in base al livello di patto di complicità che riesco a instaurare, se riesco a fare breccia nella sospensione dell’incredulità e se riesco a portare chi mi legge all’interno del mio mondo narrativo.
Altrimenti, ciccia.
Non funziona niente.
E’ un rischio che ho deciso di correre, anche perché non posso piacere a tutti, non sono mica un cucciolo di foca.


Sceneggiature, Scrittura, Workshop

Iniziare e finire

19 marzo 2007 • By

write007

Avevo promesso di continuare il mio sporadico workshop di sceneggiatura on line.
Io mantengo sempre le promesse.
Allora, dando per scontato che hai letto le due puntate precedenti, e ora di approfondire il discorso specifico su come si inizia e su come si finisce una narrazione.
Di nuovo, guarderemo quello che c’è, per decidere lucidamente che cosa fare e che cosa non fare, tenendo comunque sott’occhio la strutturazione in punti vista precedentemente.

Fai un bel respiro.
Di prologhi, al mondo, ne esistono solo 7.
Ci sono 7 modi per iniziare una storia, questi sette modi si mescolano tra di loro, danno vita alla parte iniziale della narrazione, possono essere raccontati singolarmente o separati e trattati uno dopo l’altro.
I magnifici sette sono questi:

Ambientale
Introduzione sull’ambiente in cui si svolgerà la storia, apertura larga, sul di fuori, su quel che c’è.
Tipica del Fantasy e della Fantascienza Ambientale.
Si spiega la geografia, la storia del luogo, le regole del mondo, la politica, la geopolitica, attraverso didascalie, voci fuori campo, voce del protagonista che racconta il suo mondo, eccetera.
Apertura morbida su un luogo reale ma esotico, panoramiche western, foreste, distese di ghiacci.

Identificativo Personaggi
Si introducono le caratteristiche fisiche, morali, psicologiche, caratteriali, le tipicità, la forma mentis del protagonista, dei suoi amici, degli antagonisti o comunque dei personaggi che saranno poi i protagonisti della storia in questione.
Esempio… Un Hard Boiled che si apre su un investigatore stanco, ubriaco, che dorme in macchina e dei bambini gli tirano un topo morto attraverso il finestrino…
La classica commedia sulla crisi di mezza età, apre sulla vita del protagonista, il suo lavoro, la sua famiglia, i suoi desideri, JLO vista dal finestrino del metrò…

“Fusista”
Quelli seri la chiamano: Figura transitoria per la caratterizzazione dell’antagonista.
Io preferisco Fusista, termine che viene dalla fantascienza anni ’50.
Un Metronotte ispeziona una recinzione nei sobborghi della città di provincia americana, sente un rumore, si volta e viene fuso dal mostro orrendo proveniente dallo spazio, protagonista poi di tutto il film.
E’ la prima vittima del serial killer a cui daranno la caccia per tutto il resto della narrazione, è il primo che muore, è senza nome, è senza passato, serve solo a far vedere come uccide e come si comporta il cattivo di turno.
Inutile dire che è un’apertura tipica per l’horror, il thriller, eccetera…
Inutile dire che se vedi Kirk, Spock e un anonimo tecnico che scendono su un pianeta popolato da fiorellini, sai già chi verrà mangiato da quei fiorellini.
Quindi occhio a usare i fusisti, è meglio mascherarli da protagonisti.

In Action
Ovvero, il prologo omesso.
Apriamo direttamente portando la narrazione al massimo della sua tensione.
Aereo, appena finiscono i primissimi titoli di testa, un passeggero i terza fila viene risucchiato da un buco che si apre nella carlinga, casino urla, l’aereo si spacca in due e cade.
Su un isola.
Tutto il resto, tipo chi siamo, dove siamo, quando siamo, verrà spiegato dopo.
Navy Seals che sbarcano, astronauti in avaria, porno gonzo, eccetera…

Identificativo del Plot
Apriamo direttamente sull’intreccio stesso. Ovvero, diciamo subito di che cosa si parlerà.
Chiaramente, lo si può fare in modo diretto o in modo indiretto.
L’Ispettore Colombo apre sul plot in modo direttissimo, Memento apre sul plot in modo alquanto laterale.

Fine episodio precedente
Può essere nel vero senso della parola, o la fine di un’avventura non nota al lettore.
Capita con James Bond, un suo prologo tipico è la conclusione di una missione precedente a quella che racconteremo.

Ospite
La vicenda è introdotta da qualcuno, può essere Zio Tibia o Sir Alfred Hitchcockil, il BVZM o Gallieno L’allegro Duodeno, se stiamo facendo un fumetto di sensibilizzazione per la donazione degli organi, ma c’è anche l’ottimo Criswell dei film di Ed Wood.
Fatto che sta il nostro ospite introdurrà le vicende che stiamo raccontando.
Se c’è un Ospite in apertura, per forza di cose, ci sarà anche un Ospite in chiusura, che ci elargirà la sua morale finale.
L’Ospite può essere il protagonista o un co-protagonista della vicenda stessa che ci racconta come sono andate le cose?
Sì.
Mi segnalano: Grosso Guaio a Chinatown, e ci aggiungo: Piccolo Grande Uomo e Salvate il Soldato Ryan.

Per quanto riguarda il finale, il discorso è ancora più semplice.
Di finali, secondo me, ce ne sono soltanto due.
Se partiamo dal presupposto che:
C’è una situazione di calma iniziale, calma relativa al genere di riferimento, ed è chiaro anche a te che la calma di un racconto di fantascienza post atomica sarà differente dalla calma iniziale di una love story. Bene, il ruolo dello scrittore è quello di inserire un disordine all’interno di quell’ordine, la storia è la narrazione delle conseguenze che porta il mutamento della calma iniziale.
Il disordine può avere diverse origini, un certo anello che viene ritrovato, dopo che sei diventato donna ti viene detto che hai figlio e che sua madre è morta… Ti innamori della tua stenografa, devi andare ad Aspen sugli Aspennini, sei un poliziotto e vieni trasferito dall’altra parte del ponte. Arrivi a cavallo in un bel paesino di frontiera dove due bande si contendono la piazza, eccetera…
Disordine, mutamento della situazione iniziale, altrimenti che cosa raccontiamo?
(Oddio, mi sovviene in questo momento che è possibile raccontare anche l’assenza di disordine, ovvero una serafica passeggiata con il tuo cagnolino. Però, da un punto di vista formale, in quel caso, l’uscire di casa può essere considerato un mutamento della situazione di calma iniziale.)
Bene, detto questo i finali possibili sono:
Il protagonista riesce a riportare tutto alla situazione di calma iniziale, e sarà uguale uguale all’inizio, o leggermente diverso, e ci guadagna pure qualcosa.
Il protagonista non riesce a riportare il tutto alla situazione di calma iniziale, e ci perde pure qualcosa.
Fine.
Visto che, detta così, ci si riempie il cuore di tristezza, possiamo ragionare sui due modi di comporre il finale e guardare tutti i possibili tipi di conclusione.
Eccoli qui, sono sei.

Finale Esaustivo
Vissero tutti felici e contenti.
Tutte le trame, tutte le sottotrame vengono raccontate fino alla loro naturale conclusione, tutte le parentesi vengono chiuse. Nei gialli all’inglese, è il momento del lunghissimo e completo finale dialettico, così anche nei Legal Thriller, e in tutte quelle narrazioni in cui è necessario, obbligatorio, essenziale, mettere tutti i puntini sulle I e tutti i trattini sulle T.
A costo di inserire didascalie grandi come lenzuola.
Inutile dire che è il finale preferito da un certo tipo di pubblico, il finale in cui tutto viene spiegato in modo esauriente e approfondito.

Cut Off Ending
Il Finale Tagliato, da non confondersi con il finale Aperto.
Nel Finale Tagliato la narrazione si interrompe al culmine massimo della tensione, si ferma e finisce nel punto narrativamente più alto, dopo aver raccontato tutto ciò che si voleva raccontare.
Non ci sono molti finali di questo tipo, il primo che mi viene in mente è il finale di Easy Rider.

Aperto
Più o meno è l’applicazione di un colpo di scena immediatamente dopo un finale pseudo-esaustivo.
Abbiamo ucciso il mostro. Sì? Bene, siamo tutti felici e contenti, controlliamo il cadavere… Ehi, non c’è più…
Antagonisti portati via dal coroner che però muovono un dito, mostri buttati giù dalla rupe dentro una cassa e la cassa si apre, il gelato mutante assassino che viene smerciato al mercato nero, eccetera… Cazzo, c’è ancora un uovo di tirannosauro…
Oppure rimaniamo sul protagonista al termine della vicenda principale, l’eroe che si allontana verso il tramonto.
Come vivrai, Rambo?
Giorno per giorno, colonnello, giorno per giorno!

Doppio Finale a Codino
Per alcuni versi è simile al Finale Aperto, ma in realtà è proprio un doppio finale esaustivo su due punti di vista narrativi differenti.
Effettivamente, io e Scully abbiamo catturato il serial killer vampiro di Boston, e lo abbiamo consegnato alla giustizia, per cui aveva ragione Scully, era un normale serial killer.
Io, Fox Moulder, sono un po’ perplesso, ma fa niente.
Stacco sul carcere, al serial killer appena arrivato fanno gli esami del sangue, scoprono così che ha 150 anni.
Per cui, un finale razionale e un codino irrazionale.
E’ un finale molto amato, per esempio, dal buon Chiaverotti quando scriveva Dylan Dog.

Circolare
La storia finisce esattamente come è cominciata.
Di solito è merito del montaggio o del terzo colpo di scena che riporta tutto alla situazione iniziale.
Un esempio di circolarità in montaggio è Pulp Fiction, un esempio di circolarità grazie al terzo colpo di scena è l’Avvocato del Diavolo.

Ospite
Come dicevo prima, se inizi con un Ospite, devi anche finire con un Ospite.

Bene, a questo punto rilancio.
Se trovi un film o un fumetto (stiamo parlando di fumetti e film di genere! Non il film cingalese sperimentale di videoarte o il fumetto con l’ecografia del mio colon) che inizia o finisce in un modo diverso da quelli elencati, ti offro una pizza.


Sceneggiature, Scrittura, Workshop

WorkShop(2)

25 febbraio 2007 • By

scrit04

Ho deciso che di prologhi e di epiloghi ne parleremo più avanti.
Ora facciamo il punto della situazione.
Hai fatto i compiti?
Io si.
Dato che è complicato capire le cose senza fare degli esempi, i miei compiti te li metto qui sotto, così si vedono per bene i punti ripetuti, quelli omessi, quelli spostati eccetera.
Il primo compito non te lo scrivo tutto, verrebbe troppo lungo, semmai, la versione completa e approfondita la metterò nel Manuale numero due che è in fase di lavorazione.
Allora, il primo dei miei compiti l’ho fatto guardando:

SABRINA
Di Billy Wilder.
Con William Holden, Humphrey Bogart, Audrey Hepburn, Martha Hyer, John Williams, Francis X. 113 minuti USA 1954.
Dovresti trovarlo ovunque, non limitarti a leggere il mio compito qui sotto, trova il film e guardalo raffrontandolo con lo schema.

Situazione iniziale
Prologo
Vediamo una splendida tenuta a Long Island, una voce fuori campo introduce l’ambiente, i personaggi, la ricchezza del luogo…
Identificazioni ruoli 1
Sera.
C’è un autista: Thomas, il classico autista/gentleman con guanti e cappello.
Ha una figlia: Sabrina (Audrey Hepburn), che il giorno dopo partirà per Parigi.
Primo movimento
Alla villa c’è una festa, in occasione della regata che si terrà l’indomani.
Lei va a guardare la festa, sale su un albero e “spia” la bella gente che si diverte.
Identificazione ruoli 2
La voce fuori campo introduce la famiglia Larrabee, ricchi proprietari della tenuta, il padre di Sabrina lavora per loro.
Ci vengono spiegati tutti i ruoli dei Larrabee, i loro nomi, e le loro storie personali.
La nostra attenzione si concentra sui due rampolli di famiglia, il maggiore: Larry Larrabee (Humprey Bogart) serissimo businessman, e David Larrabee (William Holden) fratello minore, scapestrato e donnaiolo.
Identificazione Plot principale
Capiamo che Sabrina è innamorata di David Larrabee, lo capiamo molto bene e senza dubbi.
Capiamo anche che il suo è un amore impossibile, viste le differenze di ceto sociale e di età.
Capiamo che il padre è a conoscenza di questo amore impossibile, e capiamo anche che la sta spedendo a Parigi per fare in modo che la figlia se lo levi dalla testa.
Sviluppo
David alla festa, fa il cascamorto con una bionda.
Sabrina vede tutto.
David si prepara ad un romantico rendez-vous con la bionda, da soli.
Di nascosto prende una bottiglia di Champagne e 2 bicchieri che si infila in tasca e va via dal party
Lei lo nota
Conflitto
Lei decide di scendere dall’albero, intercetta David che se ne va e decide di parlare con lui.
David non la considera minimamente, per lui Sabrina è solo la ragazzina, la giovane figlia dell’autista.
Sabrina ci rimane male
David, con lo champagne e i bicchieri in tasca raggiunge il campo da tennis dove la bionda lo aspetta.
Sabrina, di nascosto lo segue
David e la bionda amoreggiano, spiati tristemente da lei
Sabrina, triste e con il cuore spezzato, piangendo se ne va.
Identificazione ruoli 3 e identificazione Plot 2
Corre a casa, lei e il padre hanno i loro alloggi sopra il garage con le auto dei Larrabee.
Lei è sconvolta, il padre la sente arrivare e ne approfitta per parlarle un po’.
Il padre è molto premuroso, le parla di Parigi e della scuola di cucina dove andrà, il padre è vedovo,
il padre è buono, ma lei è triste per le sue pene d’amore.
Secondo movimento
Va nel suo appartamentino, ha le valigie da fare, deve prepararsi alla partenza.
Ma lei è tristissima, si siede e pensa, deprimendosi.
Conflitto 2
Fuori, la festa continua.
Al campo da tennis, David e la bionda ballano abbracciati, mente Sabrina, sola e non considerata pensa a David.
Sviluppo
E’ troppo.
Si alza, scrive una lettera d’addio al padre, un classico “perdonami” prima del suicidio.
Esce, infila la lettera sotto la porta del padre, ma lui dorme e non se ne accorge.
Va nel garage chiude per bene le saracinesche e mette in modo le 8 Automobili che sono lì parcheggiate.
L’intenzione è quella di uccidersi con il monossido di carbonio.
Tutte le auto in moto fanno un gran casino, ma nessuno sembra accorgersene.
lei si sdraia, respirando a pieni polmoni i gas di scarico.
E’ quasi riuscita nel suo intento, stordita, lentamente, si sta per addormentare e morire…
Primo colpo di scena.
Ma…
Nel garage entra il fratello di David, Bogart!
Apre tutto, cambia l’aria, si chiede che cosa cazzo stia succedendo.
La salva,
Lei, intontita, si nasconde, ma lui la trova.
Sabrina, che cazzo fai?
Sviluppo.
Lei mente.
Lui fa finta di crederle
La porta fuori, la fa rinvenire un po’, se la carica in spalla e la porta su, a casa di lei.
I due parlano.
Lei si è salvata e rinuncia alle sue intenzioni suicide.
Terzo Movimento.
Stacco. Scuola di cucina a Parigi.

E via così, fino alla fine del film.
Poi ho rifatto i compiti, e questa volta ho riletto una famosissima storia a fumetti.

AMAZING SPIDERMAN 121
Di: Conway/Lee/Thomas/Romita/Kane
E’ una storia classica, pluri-ristampata, non dovresti avere problemi a trovarla.
Essendo più breve di un film, lo schema tecnico te lo metto tutto, comunque sia, trova questa storia e leggila seguendo lo schema.
Chiaramente, essendo un’avventura seriale, molti punti vengono sottointesi e saltati, ma sono sicuro che ci arriverai da solo.

Situazione iniziale
Prologo
Spidey osserva da una finestra Harry Osborn che sta male, male, male.
Harry ha assunto droghe pesantissime e ora è a letto, con la mente sballata e il fisico minato.
Identificazioni ruoli 1 e Identificazione Plot secondario
E’ a casa sua, vegliato da un dottore e da Gwen Stacy e Mary Jane.
Niente ospedale, sarebbe uno scandalo.
Il momento è davvero gravissimo.
Primo movimento
Spidey si leva il costume, assume l’identità di Peter Parker e va dal suo amico per dargli il suo sostegno in questo momento così grave.
Conflitto
Sulle scale viene fermato da Norman Osborn, il padre di Harry.
Norman Osborn, in passato, ha affrontato diverse volte l’Uomo Ragno vestendo i panni del supercriminale Goblin.
Identificazione ruoli 2 e Identificazione Plot Principale
(Il plot principale entra profondamente in continuity, non spiegherò adesso tutto quello che c’è dietro)
Goblin è l’unico a sapere che Peter Parker è in realtà l’Uomo Ragno, ma in questo momento c’è un distacco tra la personalità di Norman e quella del suo alter ego Goblin, il che gli impedisce di ricordarsi ciò che Goblin conosce.
Comunque sia, Norman accusa Peter dello stato del figlio, e non lo vuole assolutamente al suo capezzale.
Arrivano Mary Jane e Gwen che interrompono il conflitto tra i due.
Secondo movimento
Tutti e tre sono molto preoccupati per Harry.
Stacco.
Harry e suo padre a casa.
Il momento è molto teso.
Stacco.
Routine quotidiana dell’Uomo Ragno, va al Bugle per portare alcune foto.
Ma Spidey non si sente affatto bene, ha l’influenza.
Sta male, è debole e decide di andare a casa di Gwen, i due avevano un appuntamento.
Conflitto/Sviluppo
Intanto in casa Osborn la situazione precipita.
Norman, molto turbato per la situazione del figlio, ha un collasso psichico.
Affronta il “fantasma” dell’Uomo Ragno, Norman impazzisce.
Il suo fragile equilibrio va quindi a farsi benedire.
Primo colpo di scena
La personalità di Goblin irrompe nella sua mente, va nel luogo dove il suo alter ego prende vita.
Indossa il costume, sballatissimo parte per compiere la sua vendetta.
Lucidamente ricorda che Spiderman è Peter Parker, e la sua vendetta agirà in quel senso, colpirà gli affetti di Peter per attaccare l’Uomo Ragno.
Va a casa di Gwen.
Terzo Movimento
Spidey, rincoglionito dall’influenza arriva a casa si Gwen, ma è tardi.
Lei è stata rapita, delle inequivocabili tracce fanno capire a Spidey che è stato Goblin a rapirla.
Usando il senso di ragno, Spidey arriva dove Goblin ha portato Gwen priva di conoscenza.
Il ponte di Brooklyn.
Conflitto
Goblin e l’Uomo Ragno se le danno di santa ragione.
Lei è sempre priva di conoscenza.
Spidey è colto sul vivo, deve salvare la sua bella, non è uno scontro come gli altri, è uno scontro personale.
Botte, botte e ancora botte tra i due.
Sviluppo
Goblin, urta Gwen e la fa cadere giù dal ponte.
La caduta la ucciderebbe.
Spidey deve fare qualcosa, non c’è tempo, lei sta per schiantarsi.
Lancia la ragnatela, la aggancia alle gambe.
Swik!
(L’onomatopea più tragica della storia del fumetto)
La tira su.
Secondo colpo di Scena
Gwen è morta.
Morta morta morta morta.
(E’ un colpo di scena talmente importante che il titolo di questa storia viene messo nell’ultima pagina dell’albo)
Il momento è gravissimo, la psicologia di Peter inizia a traballare.
Sviluppo
Goblin ridendo, dice a Spidey che è stato il colpo di frusta a uccidere Gwen, e che Spidey è responsabile della morte della ragazza.
Conflitto
Spiderman è disperato.
Qualcosa in lui sta cambiando, il conflitto diventa immediatamente morale.
Abbraccia il cadavere di Gwen, e mentre Goblin, ridendo svolazza attorno a loro due, urla:
Quarto Movimento
Ti prenderò Goblin!
Ti distruggerò lentamente e quando mi pregherai di finire ti ricorderò una cosa
Sai tu il bastardo che la pagherà!
Hai ucciso la donna che amo!
E per questo la pagherai, Goblin!
(Che non è un discorso normale per un Supereroe “buono” come è stato Spidey fino a quel momento)
Fine dell’episodio.
Chiusura in assoluto Cliffhanger.

Chiudiamo in cliffhanger anche questo post.
Nel prossimo, ti parlerò di come aprire e di come chiudere una storia.


Sceneggiature, Scrittura, Workshop

WorkShop (1)

20 febbraio 2007 • By

a3s

Durante la fiera di Mantova, terrò un veloce workshop sul soggetto e la sceneggiatura.
Inizio qui una sorta di pre-workshop, così se passi da qui prima di andare a Mantova, hai già del materiale introduttivo su cui lavorare.
Partiamo dal soggetto.

Ho approfondito il discorso sulla struttura dei punti attraverso i quali va raccontata una storia di genere, che avevo sviluppato per il mio introvabile manuale, io la considero una specie di tutorial, una mappa per muoversi all’interno della storia che si ha in mente.
Dico spesso che il problema non è immaginare un intreccio o un soggetto, il vero problema è raccontarlo fino alla fine.
Secoli or sono, mentre scrivevo il manuale, volevo aiutarmi, volevo una cartina della metropolitana con segnate tutte le fermate che una storia deve fare.
Ho studiato, scandagliato, sezionato.
Pinketts una volta, mi ha detto che con il mio manuale ho fatto l’autopsia alla narrazione di genere, e forse è vero.
Quella struttura mi ha fatto guadagnare il soprannome di “Tecnico”, anche se a dire la verità le mie storie le scrivo prima con la panza e poi con il cervello.
Se, mentre scrivi una storia ti perdi via, questa mappa può aiutarti a ritrovare la strada.
La premessa essenziale, sulla quale a voce mi dilungherò parecchio, è che questi punti possono essere spostati, ripetuti, tolti, raccontati al contrario, ampliati fino alla nausea, omessi, sorvolati e uniti in tutti i modi possibili.
A seconda de che? A seconda di quello che vuoi fare.
Ma… Siccome da un punto di vista didattico, le cose semplici si capiscono prima, lascia perdere per un momento le narrazioni tipo “L’uomo senza sonno”, e pensa intensamente a Steven Seagal e a Chuck Norris.

Ecco la mappa della metropolitana narrativa, sono le stazioni semplificate, le fermate essenziali, poi giocheremo a ribaltarle, ripeterle, ometterle eccetera…
Vai con la mappa:

Situazione iniziale
Prologo
Identificazioni ruoli 1
Primo movimento
Identificazione ruoli 2
identificazione Plot principale
conflitto
primo colpo di scena
Secondo movimento
conflitto
sviluppo
secondo colpo di scena
Terzo movimento
risoluzione Plot principale
fine
Epilogo
terzo colpo di scena (eventuale)

Pensa molto intensamente a The Rock e seguimi, guarderemo assieme le stazioni una per una.

Situazione iniziale
Un bel posto di montagna con i pini, le valli, eccetera, una ridente cittadina della provincia americana.
Prologo

Arriva un pullman, scende The Rock vestito da Marines, torna a casa, nel suo paesino di origine.
Identificazioni ruoli 1
Lui è un eroe di guerra, ritrova i suoi amichetti di un tempo, ma la cittadina è molto cambiata da quando è partito.
Primo movimento
Il figlio di un riccone spadroneggia, i suoi sgherri maltrattano un amichetto di The Rock e lui interviene, malmenando i tipacci.
Identificazione ruoli 2
Il figlio del riccone e il riccone, hanno in mano tutta la cittadina, hanno un casinò/bisca/luogo turpe che corrompe i giovini del paese.
identificazione Plot principale
The Rock non ci sta, gli sgherri non possono fare il bello e il cattivo tempo nella sua cittadina natale.
Va e pista tutti.
conflitto
Sia fisico che morale.
primo colpo di scena
A The Rock gli fanno un mazzo tanto, ci si mettono in sette o otto, gli bruciano la macchina, vendono la droga al suo amichetto, e fanno a fette The Rock con un coltellaccio.
Secondo movimento
Lui lentamente si riprende, mentre il riccone spadroneggia sempre di più.
Tutti gli dicono di lasciare perdere che le cose non cambieranno, il riccone è troppo potente.
Lui ringhia, mentre le ferite si rimarginano.
conflitto
Bisogna eleggere lo sceriffo locale, The Rock convalescente si candida e vince.
Il riccone e suo figlio si incazzano, e dicono agli sgherri di calcare la mano.
sviluppo
The Rock armato con una spranga di legno fa un culo così a tutti, distrugge anche il casinò/bisca/luogo turpe che corrompe i giovini.
secondo colpo di scena
Allora gli ammazzano il papà.
Terzo movimento
Lui sa che sono stati loro, movimento morale e fisico, va per fare quello che deve fare.
risoluzione Plot principale
Il riccone e suo figlio vengono puniti e castigati di brutto.
fine
Epilogo
Tutti vissero felici e contenti.
terzo colpo di scena (eventuale)
In questo racconto non c’è.

Adesso, per compito, ti stampi la mappa essenziale, prendi una decina di DVD di generi diversi e ti metti lì a guardarli con la mappa in mano.
Ti stupirai scoprendo che anche cose tipo “Notting Hill” o “Zoolander” o “ La neve nel cuore” seguono questo percorso.
E’ chiaro che a seconda del genere che si affronta, cambiano le tematiche raccontate…
Un colpo di scena in una storia d’amore sarà basato su elementi diversi rispetto al colpo di scena per una storia horror.
Certo, il film sperimentale tedesco, o le pellicole di Sarunas Bartas magari proprio non seguiranno paro paro questi punti, ma comunque, di base, concettualmente c’è la negazione della mappa e il mio discorso vale lo stesso.
Gnè gnè gnè!

La prossima volta ti racconto che di prologhi ce ne sono soltanto sette e di epiloghi sei.

Ah, dimenticavo….
Conoscere in modo lucido questi punti, ti rovinerà la visione e la lettura di tutti i materiali narrativi con cui entrerai in contatto prossimamente.

:-)


news04
Fumetto, Sceneggiature, Scrittura

Tutti al cinema!

19 settembre 2006 • By

Ricominciamo con gli aggiornamenti sui fatti miei…
Da un raccontino apparso tempo fa su queste pagine verticali, verrà tratto (superati alcuni ostacoli produttivi) un cortometraggio.
E’ la prima volta che mi lancio nel mondo del cinema e sono eccitato come un ragazzino alla vigilia di Natale.

Sempre a proposito di pellicole e di attori, ebbene sì, ho scritto un paio di episodi delle avventure a fumetti dei Pirati dei Caraibi.
Usciranno sull’apposito magazine, non so quando, ho preso ieri il numero uno e io non ci sono, magari sarò sul prossimo…