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Tutto Il Resto

Real Diegozilla, Scrittura

Avvistamento a distanza del secondo tipo su scala Hynek.

8 marzo 2016 • By
alieno

 

Martedì Pigrizia! Vecchio post riproposto!

Pezzo pubblicato su una rivista della Double Shot.

Ufo. Alieni. Già. Che cosa posso dire io degli Ufo?Un sacco di cose.
Primo: Io li ho visti. Eggià. Essì.
Era l’agosto del 1978. Ero in Liguria. In colonia. Dalle suore. Che poi uno dice: ma perché ti hanno mandato in vacanza dalle suore in una colonia vicino a Sestri Levante? Proprio non lo so. Fatto sta che quell’anno, invece di andare in vacanza con la nonna, mi spediscono dalle suore.
Ho compiuto da poco sette anni, e dalle suore mi rompo le palle. Ma tanto. Ma proprio tanto. Fatto sta che devo stare lì. Quindicigiorni. Scanditi con sveglia presto, colazione, messa, giretto, spiaggia, pranzo, riposino che non faccio, messa, cena e tutti a letto presto presto.
Un mattino. Verso le otto. Siamo tutti in fila per entrare nel refettorio per la prima colazione. Il cielo è grigio. Una distesa pesante di nubi biancogrigie senza sole, con una plumbea minaccia di pioggia. Sto con il naso all’insù. Se non si va in spiaggia, passare la giornata nel cortile della colonia sarà un inferno di tedio senza fine. Mentre aspetto il turno della mia camerata per entrare in refettorio, penso che potrei elaborare un piano di fuga.
E poi.
Li.
Vedo.
Tre ovali, simili a palloni da rugby. Sono molto lontani nel cielo. Riesco a distinguerne la forma e i contorni. Sono ovali di luce, che si muovono in modo bizzarro.
Procedono a scatti. Poi si fermano. Poi si muovono, cambiano direzione. Si fermano. Poi un altro scatto.
- UFO!
Urlo con tutto il fiato che ho in gola, allungando la manina verso il cielo.
Li vedono anche gli altri bambini. C’è eccitazione, tutti guardano verso l’alto. Il latte e l’Ovomaltina con i biscotti secchi può attendere. Ora ci sono gli Ufo nel cielo della Liguria.
Già a quei tempi, sapevo sull’argomento tutto quello che poteva sapere un bambino di sette anni molto curioso.
Poi, in fretta e furia, le suore ci portano dentro al refettorio. Dicono di non vedere gli ufo. Dicono che non c’è niente. Sono dure e perentorie. Molti bimbi cambiano immediatamente la loro versione. Prima li vedevano, adesso non più.
Solo io rimango convintissimo. Dicono che sto scherzando. Nessuno ha visto niente. Nessuno ha visto niente. Anche se prima, in fila, tutti dicevano di averli visti.
Mi prendono in giro. Mi prendono in giro anche quelli che prima dicevano di vederli anche loro.
La sera chiamo i miei. Lo dico a mio padre.
Lui.
Mi.
Crede.
Ho visto gli Ufo, e mio padre è dalla mia parte.
E quel giorno, un giorno di agosto del 1978, con la cornetta del telefono in una mano e i gettoni nell’altra, mi rendo conto di quanto sono fortunato.

 


Io e i fumetti, Libri, Tutto Il Resto

Un certo tipo di fantascienza

3 marzo 2016 • By

adams

Lo scorso dicembre, a Piacenza, si è tenuto il Festival del fumetto.
Il tema era la fantascienza, c’era una bella mostra, diversi incontri, ospiti e varie ed eventuali.
Clicca qui per maggiori info, anche se ormai l’evento è passato.
Sul catalogo della mostra c’era un mio articolo sulla fantascienza umoristica.
Lo ripropongo qui. C’è un problema però, il titolo originale incasinerebbe ogni algoritmo del mondo e ogni codice html.
Ecco il titolo originale e, subito sotto, il pezzo in questione.

TUTTO QUELLO CHE AVRESTI SEMPRE VOLUTO SAPERE SU UN “CERTO TIPO” DI FANTASCIENZA, MA TEMEVI LA REAZIONE SCRITERIATA DEI NAZISTI ALIENI VEGANI CHE DALLA LORO BASE SU MARTE CI OSSERVANO IN SILENZIO. SI’, QUESTO TITOLO È LUNGO, MA FA PARTE DEL GIOCO E SPIEGARLO AUMENTA ANCORA LA LUNGHEZZA DEL TITOLO, QUINDI CREDO SIA MEGLIO FINIRLA QUI. CON IL TITOLO. NON CON L’ARTICOLO CHE QUELLO INVECE È QUI SOTTO, ECCOLO.

Di: Diego Cajelli.

La fantascienza, seguendo le definizioni narratologiche del genere, non è soltanto interna o esterna. Non dipinge solamente scenari utopici o distopici, sconfinate metropoli al neon o astronavi in viaggio a velocità curvatura.
Una volta date le basi scientifiche che distinguono la fantascienza dal fantasy, il macro genere fantascientifico diventa un veicolo adattabile a tutte le esigenze narrative, comprese quelle ironiche e surreali.
Qui però serve una doverosa premessa. Se per te la comicità è fare le pernacchiette in televisione, credo che non troverai nulla di divertente nella Fantascienza Umoristica. Però, se ti sollazza il surreale, se apprezzi la satira sociale e politica, se conosci abbastanza bene gli archetipi della Sci-Fi tanto da concederti il lusso di non prenderli troppo sul serio, allora sì. Allora questo tipo di narrazione fa al caso tuo.

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Musica, Radio, Real Diegozilla

Alexalba!

1 marzo 2016 • By
alexAlb

Martedì Pigrizia! Ovvero: un vecchio post riveduto, corretto e tirato fuori di nuovo per la gioia di grandi e piccini.

Ho il cuore pieno di disperazione. Siamo rimasti soltanto in due a ricordarci ancora di lui.
Alexalba.
Bisogna tornare indietro nel tempo. C’era una volta il 1994.
Non esistevano talent show, non c’erano i social network, non c’era You Tube, non ti potevi masterizzare i ciddì da solo in casa, non c’era iTunes, Spotify e compagnia bella.
Preistoria, quindi.
Bisogna prendere nota del contesto storico, perché è parte integrante di questa storia.
Una bella mattina, Milano si risveglia con pali dei semafori ricoperti di adesivi. Un rettangolo bianco con una scritta nera, su cui si leggeva: Alexalba.
Basta. Fine delle informazioni.
A volte, gli adesivi sui pali diventano dei brand per fighetti, altre volte gli adesivi sui pali non diventano niente. Quello è un caso di quelli in cui sono diventati niente.
- Chi cazzo è Alexalba?
Mi chiedevo io, poco più che ventenne.
I miei amici non lo sapevano, in giro non lo sapeva nessuno, i giornali non ne parlavano, nessuno ne sapeva niente.
Ripeto. Il contesto storico è essenziale per questa vicenda. E’ ovvio che oggi Alexalba avrebbe una pagina su Facebook, un profilo Twitter e mille altri canali social. Dopo aver visto l’adesivo, con un minimo di ricerca tutti avrebbero saputo tutto su di lui. Oppure avrebbero cliccato sul QRCode e via così…
Ma allora, purtroppo, le cose non funzionavano così.
Oblio.
Oblio e un Diegozilla curioso e osservava pali cercando indizi.
Il mistero mi è stato svelato anni dopo. Era il 1998 o il 1999.

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