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Diegozilla Food

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Food, Real Diegozilla, Tutto Il Resto

Chiacchiere da trattoria.

6 dicembre 2013 • By

Vado a pranzo in trattoria con un amico. Purtroppo mi sintonizzo sulle chiacchiere dei due tipi seduti al tavolo di fianco al mio. Due tassisti, presumo.
Quando l’orecchio si sintonizza sulle frequenze del chiacchiero altrui, è moto difficile non sentire. Per cui sento.
Mi ricordo.
Allaccio e ricostruisco i pezzi mancanti, romanzo un pochettino ed eccolo qui.

- E lui si è fatto abbindolare, ‘sto pirla!
- Già!
- Ha dato retta alle chiacchiere…
- Sì, sì. Si è fatto prendere per il culo da Montezemolo e dalla Confindustria, ma io lo avevo avvisato che erano tutte cazzate!
- Che pirla.
- Gli ho detto: oh, ma va che non devi mica crederci…
- Sì, sì. Lui era convintissimo che liberalizzassero le licenze…
- E invece….
- TRAAAACK l’ha presa nel culo!
- Che pirla.
- Vabbè, lo sai come è andata no?
- Più o meno.
- Lui era sicuro che da lì a breve avrebbero liberalizzato tutto. Per quella questione là del treno più il taxi, tutto sotto lo stesso padrone. Allora si è convinto che si sarebbe ritrovato in mano un foglio che non valeva più un cazzo.
- E ha venduto in fretta e furia.
- No, no. Ha svenduto. Ha svenduto la sua licenza. Vado in vacanza, coglioni! Così ci ha detto.
- Davvero?
- Sì, era convinto di tornare e trovare tutto liberalizzato. E invece…
- Invece l’ha presa in culo, ‘sto pirla.
- Che poi dico… Vendi la licenza, prendi dei soldi, investili, no?
- Ma va… Quello è un pirla.
- Poteva metterli via, investirli, e invece…
- Puttane e cocaina!
- Coglione…
- Pensa che mi mandava gli SMS dalla Tailandia mentre scopava, mi scriveva: Uè, pirla! Vendi tutto e vieni qui pure tu.
- E si è bruciato via tutto fino all’ultimo centesimo.
- Tutto in puttane e cocaina. Adesso non ha più una lira.
- E nemmeno la licenza.
- ‘Sto pirla!
- Però mi sa che si è divertito parecchio.
- Già…
- Già..

 


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Dampyr, Diabolik, il circolino del fumetto assassino, Io e i fumetti, Real Diegozilla, Tutto Il Resto, X Factor

100 cose che ti devo dire.

4 dicembre 2013 • By
Sì, ho un casino di cose da fare.

Credo fortissimamente che un blog lo puoi tenere (bene) quando hai 30 anni.

Sì, scriverò Nathan Never.

E anche Dampyr.

E anche Diabolik.

E anche delle cose che per ora non ti dico.

Sì, Long Wei finisce con il numero 12.

Una delle cose che non ti posso dire è mooooolto divertente e diversa dal solito.

X Factor: Come anticipai, i miei timori si sono dimostrati fondati. La durata del programma è incompatibile con i miei attuali ritmi di vita.

X Factor. Il mio favorito è Michele.

X Factor. I commenti su Violetta dimostrano come e quanto la gggente che si è fatta fottere il cervello da Silvio e Co, ora si faccia fottere il cervello da Grillo e Co.

E comunque i falliti hanno sempre delle ottime scuse.

Ho mangiato il fagiano e anche la lepre.

NON riesco a recensire per bene tutto quello che ho preso a Lucca. Sarò telegrafico.

Badass del gruppo Dr. Ink: Bravi e belli.

Tutta la roba del Gruppo Katlang! Bravi e belli pure loro.

Curami di Cyrano Comics. Arrapa. Che è esattamente quello che doveva fare.

Maicol e Mirco. Ti voglio bene.

Splatter 1. Nostalgico nel senso buono. Storia preferita: Crisalide.

Punk is Undead, 800144 Edizioni. Notevole e divertente.

Bad Dreams, Seraph e tutte le altre cose della Faq Tales. Ragazzi, sappiate che la via del racconto di genere è la via più dura che c’è. Avanti così indomiti.

La Gaia Fantascienza, Canemarcio. Figo. Mi piace come scrive Gnomo Speleologo.

Neurorunner, Denti, Cannibal Family e le cose Ed Ink. Bravi. Strada difficile anche la vostra, percorretela a testa alta.

Black Block. Mi ha ricordato Simbolo. Potrebbe essere un complimento. Forse lo è. Dipende da come la si prende.

Tutto il resto non l’ho ancora letto.

Però ho letto un libro bellissimo: “Giù le mani dal mio gatto!” Di Alberto Melis, edito da Piemme.

Ho fatto una sorpresa a Gianfelice e la faccia che ha fatto rimarrà per sempre scolpita nella mia memoria.

Più frequento il mondo la fuori, più mi rendo conto che Berlusconi e Forza Italia non sono la causa, ma un effetto dell’italianità generale.

Sono un po’ stanco del 2013.

Tra un po’ comincia Masterchef Italia, e quello, forse, per tempi e dinamiche riuscirò a vederlo.

La “lezione” che ho tenuto in Cattolica mi ha, per un paio di secondi, fatto tornare la voglia di insegnare qualcosa a qualcuno.

Ho capito per quale motivo detesto il sarcasmo.

Ho visto un documentario su Marina Abramovic e ho capito che mi stava sulle palle per i motivi sbagliati.

Ho cucinato un sacco di cose e forse, a gennaio, cucinerò davanti a delle telecamere.

Sono stato alla Fiera dell’Artigianato e ho mangiato di tutto per quattro ore consecutive.

Sempre alla Fiera dell’Artigianato ho comprato una zainata di cose da mangiare.

Più sto con mio figlio, più faccio fatica a comprendere il mondo degli adulti.

Ho moti di stizza nei confronti dei noti seminatori di merda su internette.

Il confine tra troll e psicolabile è sempre più sottile. Fossi in voi, sulle uscite di qualcuno non riderei.

Vorrei farmi una vacanza di una settimana a Londra.

Mi dimentico di fotografarmi le magliette per “la maglietta del lunedì”.

Senti, ma tu che sei amico di Roberto…”  non è il modo migliore per farmi parlare male di lui.

Non mi aspettavo che la notizia della mia incursione su Nathan Never suscitasse tanto entusiasmo. La cosa è stata sul cazzo ad una sola persona e visti i tempi è un successone.

Ci sono dei lavori da fare sul blog e per il blog che a questo punto mi chiedo se vale la pena farli.

Proverò ad aggiornare con più regolarità nei prossimo giorni.

Ultimamente, mentre sto per scrivere un pezzo, mi chiedo: ma davvero frega a qualcuno quello che sto per dire?

Un mio amico mi ha detto: Chiamami e parliamo, così risparmi sullo psicologo.

Minimamente Romanzato. Questa la chiave di lettura di Fumetti al Telefono.

Sì, questo post è parecchio paraculo.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio.

Pare che Zampacoso abbia dato i numeri su Facebook. Lo faccio anche io ogni tanto, però sono riuscito a rendermi meno ridicolo.

E’ ufficiale: Le mie sceneggiature originali scritte quando avevo 20 anni per Splatter sono andate perdute. Paolo, perdonami.

Sappiate che LRNZ è un santo dotato di una pazienza sovraumana.

La raccolta differenziata è il metodo migliore per testare la capacità di comprensione di un testo.

Un giorno riuscirò a recuperare tutti i miei ritardi. E quel giorno scoprirò che è stato tutto inutile.

Oggi fa freddo.

Dovevo baciarti quella volta là.

La mia vita sociale è ridotta meno di zero. Finalmente.

La velocità con cui le “cose” invecchiano su internette mi lascia interdetto.

Ai miei amici le fan mandano selfpic osè. A me no e ci rimango male.

Mi chiedo dove sono stato a novembre. Un momento fa era ottobre e adesso…

La verità? No. Nessuno è davvero pronto per sentirsi dire la verità.

Uso Twitter perché fumo sul balcone.

Non gioco ai videogame perché altrimenti non farei altro tutto il giorno.

Posso fare finta di no, posso mediare le mie posizioni a riguardo, posso parlarne in modo professionale ma, sotto sotto, quando leggo una qualsiasi di quelle graphic novel minimaliste e molto cool penso sempre che chi l’ha disegnata aveva le mani rotte.

Quindi. Per coerenza con quanto scritto sopra, viste le ultime novità in campo editoriale, dovrei cominciare a scrivere e disegnare la mia prima graphic novel, giusto?

Paradosso. Non sopporto l’iper realismo nel disegno. Se voglio una foto, scatto una foto.

A volte mi faccio la barba in studio con il rasoio elettrico e i miei compari mi prendono in giro.

Ho voluto la bicicletta e pedalo. Ci mancherebbe. Ma non rompermi i coglioni quando pedalo in salita.

Avevo in programma di fare alcune interviste. Gli intervistati sono così educati che nessuno di loro mi ha ancora detto: oh! ma non dovevamo fare un’intervista?

Forse ho scritto una cosa che poi però scriverà un altro.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio. (doppione, edit!)

Oggi ho controllato su Facebook quand’è il compleanno di mia sorella.

Devo telefonare a Ottokin, ma ho paura di farlo.

Voglio bene a un sacco di persone. Forse loro non lo sanno neanche, ma va bene così.

Sì, il fumetto come media sta attraversando un periodo difficile.

Essere contro a prescindere è una splendida forma di conformismo.

Non deve essere stato facile per un criminale nazista nascere e crescere a Maddaloni.

Non mi piace, mai, rivangare il passato. Ma raccontare il mio percorso ai ragazzi in Cattolica mi è servito per fare il punto della situazione.

E se ti dicessi che ho riso vendendo ballare Greg Lillo (edit!) nel trailer del prossimo cinepanettone?

A proposito. Scoprire che lo zio di Christian De Sica era un agente segreto e ha ucciso Trotsky per me è stato uno shock.

Pare che a gennaio apra uno Starbucks qui a Milano. Ci andrò e recensirò, questa volta per davvero.

Dopo il colpo di genio, a volte, ci vuole il collare ortopedico.

Il Diabolik in edicola in questi giorni l’ho scritto in biblioteca a Chiavari.

Ho una dipendenza da pecorino sardo spalmabile.

Scoprire che posso pagare i bollettini postali on line mi ha cambiato la vita.

Faccio pensieri sconci su Tata Adriana e sulla Fata Ariele.

Ogni tanto vorrei vendere tutti i volumi e gli albi che ho nella libreria. In blocco.

Sì, non metto foto di Minizilla on line. Semmai se le metterà lui quando sarà capace.

Giuro. Il corriere che consegna la roba di Amazon qui in studio ci riconosce per strada e ci ferma per darci i pacchi quando andiamo in trattoria.

A volte il “mi piace” su Facebook è la cartina al tornasole che rivela quanto sei stronzo.

Qualcuno sa come faccio a integrare i miei tweet qui sul blog? Ma non nella colonna a lato, proprio come post.

Il numero 6 di Long Wei è il più bello mai uscito, e lo posso dire perché non l’ho scritto io.

Appunto perché non ho scritto io il numero 6 di Long Wei, so che piacerà a tutti quelli a cui ha fatto schifo fino ad ora.

Ho le prove dell’affermazione qui sopra.

Sono diventato molto più lento a scrivere.

Minizilla tra un po’ cammina da solo, mi sa.

Poi, alla fine, Vanzella mica me l’ha portato il Premio Boscarato. Se lo è tenuto lui, e secondo me va benissimo così.

No, questa non è una raccolta di tweet, anche se potrebbe esserlo..

Anticipo, comunque, grosse novità in arrivo su e per Diegozilla.

Cento. Fine.


Food

Pasta e Ketchup!

18 novembre 2013 • By
[Nota introduttiva: Questo qui era un post messo in frigo. Pronto da un po’, attendevo di capire il suo destino. Doveva finire su una vera rivista di cibo e cucina, forse ci deve finire ancora. Ma non questo pezzo qui, un altro. Insomma. Liberata la pasta con il Ketchup dai vincoli redazionali torna ad essere un post per il blog. Ed eccolo qua.

Tutto parte dai miei deliqui a proposito di questa polemica alimentare: clicca qui.
Dovevo fare delle foto, che non ho fatto perché il tempo fugge da me a gambe levate e non torna più.]

La pasta con il Ketchup potrebbe essere una leggenda urbana, un mito a cavallo tra il luogo comune e il racconto terrorizzante dell’italiano al ritorno dall’estero.
- Qui mangiano gli spaghetti con il ketchup!
Il “qui” è un luogo sconfinato: nord Europa, Inghilterra, Germania. Come per le leggende urbane c’è sempre l’amico di un amico che stava con una tipa olandese, è andato a trovarla e gli hanno dato un bel piatto di pasta, scotta alla perfezione, condita con il ketchup.
Pensavo, sbagliando, che si trattasse dell’esagerazione dell’italiano in viaggio, senza valigia di cartone, ma con la cucina di mammà negli occhi e nel cuore.
Invece no. Ho raccolto troppe testimonianze dirette in merito. La pasta con il Ketchup è davvero un caposaldo della cucina internazionale.
Mi sono detto: se è un piatto tipico, dove per tipico intendo: “adatto e adattato ai bizzarri tempi ciboglobali in cui viviamo”, perché non assaggiarlo?
La ricetta è semplice.
Partiamo dalla pasta.
Dal mio punto di vista la pasta non si pesa. Si misura a badilate. Diciamo che, un maschio alfa medio, deve averne nel piatto almeno due etti.
Però, al tempo stesso detesto sprecare il cibo, per cui per l’esperimento pasta con il ketchup ne ho cucinato giusto un assaggino.
Spaghetti. Quando sono pronti li scoli, li metti nel piatto e ci versi sopra un’abbondante dose di ketchup.
Per il sottoscritto esiste un’unica marca di Ketchup, la Heinz. Perché sono un fan di Mad Men. Ma penso che vada bene anche il Ketchup della LIDL.
I più temerari possono aggiungere una spolverata di grana.
L’assaggio è da prendere con tutta la calma dei momenti riservati alle grandi occasioni.
Gnam.
Hai presente il buon sapore del sughino fatto con i pomodorini freschi scottati?
Ecco. Scordatelo.
La pasta con il ketchup sa di festa delle medie al fast food. È come assaporare un caldo benvenuto nell’immaginario globale. Il tuo cervello si aspetta da un momento all’altro di trovare un hamburger, quando non lo trova ci rimane molto male.
Il sapore, sul serio, non è infernale, è il rapporto con l’odore ad essere problematico.
Non è tra le cose più disgustose dal punto di vista olfattivo che ho mai mangiato, quel posto spetta al Durian, ma è un piatto affrontabile unicamente da personale esperto.
Dopo averla mangiata ho notato un effetto collaterale.
Ho imparato il norvegese.


nippon
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Dolcetto Giapponese!

27 settembre 2013 • By

Quest’estate Daniele è andato in vacanza in nipponia. Quando uno dell’ambiente fumettoso va in vacanza in giapponesia torna sempre un po’ cambiato. Soprattutto perché i suoi amici gli mollano delle liste di cose da comprare che manco Babbo Natale.
Io gli ho detto, semplice: portami qualcosa da mangiare.
Non volevo pesare troppo nel suo bagaglio, ben conscio che sarebbe tornato indietro con ottanta kg di pennelli, pennarelli, libri, pupetti, carta, cose, questo e quest’alto.
E così, il buon Daniele, dalla giappoterra mi ha portato del cibo. Dei dolci.
È arrivato in studio con una scatola bianca, rettangolare, molto elegantissima e dalla grafica minimalista.
Ora, sinceramente, perché perdere tempo per sapere prima che cosa sto mangiando quando, come fanno i veri uommmini Bear Grylls in primis, si può azzannare il tutto senza sapere e godersi della sorpresa?
Quindi, deciso. Farò così.
Apro la scatolina e dentro ci sono una decina di faccette che mi guardano. Un po’ di simpatiche testoline, alcuni maschietti e alcune femminucce.
Bellissimi.

Ci sono anche dei fogli, tipo un libretto di istruzioni, credo. Ecco. Se le istruzioni fossero essenziali, con delle informazioni su questioni di vita o di morte, lo capirei. Secondo me si mangiano così come sono.

Procedo.
L’odore, sinceramònt, è un po’ strano. Pungente e molto poco da “dolce”.
Prendo una delle faccette, che per convenzione chiamerò Muramoto.
La consistenza è da brioscina/merendina. Simile ad un qualcosa da mulinobiancomisterday. Rimane comunque l’odore, più da rosticceria asian food che da dolce del mattino.

Indomito.
Assaggio.

Dentro c’è un ripieno.

In un primo momento penso alle castagne. Ma poi no, dopo un confronto con i presenti e un ulteriore assaggio, il ripieno è sicuramente una pasta di fagioli.
L’odore bizzarro, secondo me, arriva proprio dal ripieno.
Poi, dopo, con calma, ho fatto delle ricerche.
Fermo restando che Muramoto era buonissimo, informandomi a posteriori ho scoperto che, se ho capito bene, si trattava di dolci tipici giapponesi: i Taiyaki. Di solito sono a forma di pesciolino, questi sono a forma di simpatica faccetta.
Il ripieno è una purea di fagioli Azuki. Il dolcetti sono piccini in verità, ma forse a causa del loro compressissimo ripieno, mangiarne due significa introdurre nel proprio corpo l’equivalente di questo:

Mattonata. Una mattonata nipponica della Monster Lippa, ma comunque una mattonata.
Buonissimi. Da assumere con calma come, quasi, unico pasto della giornata.


Food

La pasta col Ketchup!

11 settembre 2013 • By

Come promesso, mi sto organizzando per farmi un piatto di pasta condita con il Ketchup.
Giusto per assaggiare un piatto internazionale.
Ho detto una cazzata quando ho sentenziato con sicumera che la pasta con il Ketchup era una leggenda urbana.
Mi hanno scritto in ottordicimila dicendomi: NOOOOO! Ammè capitòòòò!
Bene.
A questo punto invoco l’aiuto di chi l’ha mangiata.
Ho un dubbio:
Il Ketchup va messo sulla pasta calda?
Oppure la raffreddo, tipo insalata di pasta, e ce lo metto dopo?
Credo che vada sulla pasta calda.
Attendo conferme.