Ragazza. Bionda. Sui 17/18.
Naso rifatto.
Sommando il costo del suo abbigliamento si ottiene più o meno (molto più che meno) la cifra che riesco a mettere insieme ogni mese.
Una Nikon D200 in una mano, tenuta per la tracolla, come se fosse un calzino sporco.
Cellulare nell’altra mano.
Sta sbraitando con la mamma. Voce altissima.
- Mamma cazzo! Perché non mi hai svegliato?! Ma vaffanculo mamma! Dovevo vedermi con la Ketty alle nove eppoi cciò il corsodifotograffia! Ma sei scema! Perché mi hai lasciato dormire?!
E’ lì. A trenta centimetri da me. Sto per scendere.
Non ce la faccio.
- Ma comprarti una sveglia, no?
Mi guarda come se avessi estratto il dindolo, attentando all’intima virtù inviolabile del suo criceto.
Il suo volto diventa quello dell’urlo di Munch. Però della Milano Bene.
Scendo, prima che finisca il suo scanning mentale e trovi le parole che le servono per rispondermi.
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Nel frattempo, a fumettolandia…
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