Guida agli incontri con gli editor.

Perché partecipare a questi incontri?
Fermo restando che nessuno firmerà un contratto milionario in fiera, o meglio: è possibile ma improbabile, questi incontri faccia a faccia servono per risparmiare tempo.
Certo, puoi contattare tutti via mail o telefono, da casa, ma se li incontri live, puoi risparmiare un po’ di mesi di tira molla mail-telefonici.
Ovviamente, dopo un incontro positivo, sta a te rimanere sul pezzo. Mantenendo i contatti e battendo sui ferri caldi.
Sul sito lucchese, cliccando qui, ci sono già alcune istruzioni. Vediamole un po’, sono quelle in grassetto.

Lasciare un estratto cartaceo del proprio portfolio presso la segreteria (attenzione: si richiede di presentare esclusivamente delle riproduzioni, l’estratto cartaceo non sarà restituito)

Ovvero: fai delle buone fotocopie del tuo portfolio. Rilegale per benino in una cartellina formato A4. Dato che ci sei, fai un lavoro fatto a modo, sulla copertina è bene che ci sia il tuo nome e tutti i tuoi contatti scritti in modo leggibile.
(I pessimisti consigliano nome, cellulare e mail su ogni singola pagina del portfolio, metti che la cartellina esplode seminando disegni…)
Se sei un colorista, o se lavori a colori, fai delle buonissime fotocopie o stampe a colori.
Prepara un po’ di queste cartelline, diciamo dieci. Per andare sul sicuro. Così se qualcuno di imprevisto ti chiede dei sample dei tuoi lavori non ti coglie impreparato.
Le cartelline sono “a fondo perduto”. Non ti verranno restituite.

Non lasciare mai in giro gli originali dei tuoi lavori.

Veniamo agli originali.
Non sei a scuola. Il book ad anelli, con la cover in adamantio dipinto di nero, grosso quanto un appezzamento di terreno del Southfork Ranch, oltre a rendere piuttosto scomoda la tua deambulazione, è anche molto complicato da sfogliare se non ci si trova in un salotto di 30metri quadri. L’apertura alare di certi book richiede uno spazio fisico considerevole. Non tutti hanno una scrivania presidenziale dove stendere quel materasso al fine di sfogliarlo. Impossibile esaminare il contenuto di quel monolite stando in piedi. Impossibile sfogliarlo a uno stand, dato che quel book è più grande del tavolo su cui sono posati i libri della casa editrice a cui ti stai proponendo.
(Nota: sai quanto gli gira il culo allo standista/editor se con il tuo book colossale copri, rovini, o nascondi i libri esposti sul tavolo che la gente alle tue spalle vorrebbe comprare?)
Quel tipo di book lascialo a casa, regalalo agli scout, lo useranno come tenda durante le gite.

Ciascun editor effettuerà una selezione in base agli estratti e, a sua discrezione, sceglierà gli autori da incontrare.

Ovvero: c’è una selezione all’ingresso.
Pensaci bene, questa è una cosa che tutela te, o mio giovine autore esordiente.
Dato che siamo in un mondo dove c’è sempre un cugino che disegna benissimo fin da quando era piccolo, dove tutti sono capaci di disegnare, dove il fumetto è una roba che dai, pepperepè, tutti possono lasciare il proprio portfolio.
Compresi gli ornitorinchi.
Per non offendere nessuno, viene fatta una pre selezione lontana da occhi indiscreti.
Se gli editor avessero TANTO tempo a disposizione, per me sarebbe interessante spiegare agli esclusi perché sono stati esclusi. Ma è un lavoro titanico, antipatico, e andrebbe fatto sotto la protezione di un paio di bodyguards.

L’elenco degli autori selezionati sarà affisso subito prima dell’orario d’inizio dell’incontro all’ingresso dell’Area Pro.

Per cui vai lì un po’ prima, vedi se c’è il tuo nome e se c’è gioisci.

Ricordati sempre che per qualcuno è più facile lavorare con un autore medio-bravo, ma amichevole, piuttosto che con uno bravissimo ma testa di cazzo.
Regolati di conseguenza.

La cosa più importante in assoluto non è come tieni in mano la matita o il pennello.
È molto, molto, molto più importante sapere con chi stai parlando. Che cosa pubblica la casa editrice per la quale ti stai proponendo, che tipo di cose fanno, di che tipo di realtà si tratta, quali titoli ha in catalogo, quali autori ha in scuderia. Lo stesso vale per le agenzie, gli studi e le varie altre realtà in cerca di collaboratori.
Devi.
Sapere.
Chi.
Sono.
E.
Cosa.
Fanno.
Non puoi permetterti di essere un fumettista inconsapevole.

Non c’è un dress code per fare i colloqui con gli editor.
Però, se ti presenti vestito come Gigi La Trottola, non lamentarti se non ti prendono sul serio.

Il mercato è quel che è, gne gne gne.
Sappi che è più probabile riuscire a piazzare un bel volume autoconclusivo, piuttosto che la maxi serie quindicinale di 100 pagine, con un arco narrativo di otto anni, con volumi di espansione dell’universo, annessi, connessi, paralleli, spin off e quant’altro. Soprattutto se sei un esordiente.

Di solito gli editor cercano autori.
Non sono psicologi, o perlomeno non è obbligatorio per loro esserlo.

Agenzie.
Significa che ti trovano lavoro prendendosi una percentuale per lo sbattimento di trovartelo.
Dal mio punto di vista, avere il 90% di qualcosa è meglio che avere il 100% di niente.
Ma magari mi sbaglio io a pensarla così, eh.

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