Finanziare l’ignoranza e sponsorizzare l’odio.

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Così, nel caso non lo sapessi, ora sai da dove sono partito.
Questo è l’articolo successivo, quello di aggiornamento e ampiamento del discorso.
La questione #avoistabene? sta dando i primi risultati.
La prima azienda a rispondere e a muoversi in quel senso è stata Euronics Italia.

Riporto qui quello che mi ha detto ieri al telefono il loro responsabile social e che ho messo come nota all’articolo precedente:

Sono stato contattato dal responsabile Social di Euronics Italia, e lui, con forza ha detto no. A loro non sta affatto bene che il loro marchio compaia in pagine con quel tipo di contenuti.
Loro non hanno un contratto con JuiceADV, la concessionaria di pubblicità che gestisce i banner del sito di cui parlo qui sopra, ma con altri circuiti, che ben conoscono le loro policy. Ora stanno indagando sull’intera questione, per capire come sia possibile che la loro campagna sia comparsa in un contesto a loro non gradito, come esplicitamente richiesto dalla loro policy, per questo genere di attività

Ad oggi Genialloyd, Wind e Panariello non si sono ancora fatti sentire.
Applausi quindi a Euronics Italia.

Sarebbe anche interessante capire la posizione di JuiceAdv, capire se dicono ai loro clienti dove vanno a finire i loro marchi, o su quali tipo di pagine finisce la loro pubblicità.
Sarebbe interessante capire fino a che punto vale la logica spietata del: “ è il numero di visualizzazioni che conta”.
Anche perché, i Golgotiani (cit. Dogma) che creano le pagine di bufale e di diffusione dell’odio lo fanno apposta per quel motivo.
Per i contatti.
Per le visualizzazione e basta.
Per vendere spazi pubblicitari e fare soldi.
In un certo senso è come se JuiceAdv sponsorizzasse l’odio, facendo finanziare le bufale dai clienti che affidano a loro le loro campagne pubblicitarie.
Mi chiedo nuovamente: #avoistabene?
Sto cercando di mettermi in contatto con JuiceAdv, che è parte di LeonardoAdv, che è parte di Triboo Media, e a parte tutto quello di cui “sono parte”, pare non abbiano un ufficio stampa.
Dovrei telefonare in sede, ma solo il fatto di dover spiegare a una centralinista perché sto chiamando e farmi dire con chi posso parlarne mi fa passare la voglia di farlo.
Oggi, nel web contemporaneo, secondo me quello che conta davvero non è il numero delle visualizzazioni, quello che conta è la qualità dei contenuti.
Se fossi un’azienda a me farebbe schifo comparire con un banner su Catena Umana e su siti escrementizi simili. Mi farebbe schifo dare i miei soldi a quella gente lì.
In sostanza, se fossi l’AD di Wind non dormirei la notte di fronte a una situazione del genere:

Se fossi l’AD di Wind percepirei la cosa come un danno all’immagine della mia azienda.
E tu, concessionaria, se non lo capisci, forse, e dico forse, è il caso di rivedere le tue priorità e i tuoi principi etici.
Tra l’altro la questione non è legata nemmeno al tipo di pubblicità che vedo in base ai cookies del mio browser.
Il fatto che tu nel banner veda una pubblicità diversa da quella che vedo io non cambia le cose.
C’è comunque un marchio e un’azienda accanto a un contenuto quantomeno discutibile. E per tutti quelli che dicono: “alle aziende non interessa dove fanno pubblicità, o non ne hanno il controllo..” Io rispondo: sbagli. Sbagli eccome.

Le aziende hanno un controllo assoluto del contesto in cui posizionano le loro campagne, al punto che sono gli sponsor a decidere, direttamente o indirettamente, i contenuti di quello che vedi in Tv.

Ora spiegami per quale motivo lo sceneggiatore di un telefilm deve sottostare a certe regole mentre scrive, pena la perdita dello sponsor, e invece il mentecatto bufalaro può mettere il marchio Wind di fianco a quella foto.

Ora. Venendo a noi.
È chiaro che non posso fare tutto da solo.
Quello che ti chiedo, se hai voglia, è di darmi una mano.
Se capiti su un sito spandimerda e diffondibufale fai uno screenshot del contenuto con accanto il banner pubblicitario.
(Se non sai fare uno screenshot, clicca qui che te lo spiegano bene)
Poi manda all’azienda coinvolta quello screenshot e chiedigli:
#avoistabene?
Puoi usare Twitter, Facebook o la vecchia cara email.
Chiedere è lecito.
Rispondere è cortesia.

6 thoughts on “Finanziare l’ignoranza e sponsorizzare l’odio.

  1. Io sui siti spandimerda e diffondibufale ci dovrei andare di proposito… in attesa di avere il tempo e lo stomaco, continuo a segnalare su twitter i tuoi articoli ai diretti interessati #atestabene? ^_^”

  2. Io ho più o meno lo stesso problema della persona qui sopra: giro sempre alla larghissima da tutto ciò che puzza anche lontanamente di bufala o di “hate speech”, quindi su certi siti ci dovrei andare di proposito… Magari mi prenderò una mezz’ora per fare il giro di quelle pattumiere online e raccogliere un po’ di spazzatura.

  3. Sono andata sulla stessa pagina di cui hai fatto lo screenshot pubblicato nell’articolo qui sopra e nella colonna di destra vedo tre pubblicità di amazon, all’inizio e alla fine dell’articolo due di immobiliare.it e al centro mi compare ogni volta una pubblicità diversa.
    Al primo colpo m’è usicta quella di ecco-verde, un e-coommerce di cui oltretutto sono una cliente. Così ho deciso comunque di segnalare loro la cosa. Mi hanno risposto immediatamente:
    “Ciao 🙂
    grazie per la segnalazione. Purtroppo non si può fare molto perchè i siti mostrano i prodotti che di recente hai visitato sulla nostra pagina (in questo caso, ma vale per qualsiasi shop on line). Dipende dal sito che tu visiti. A volte apriamo delle notizie anche su facebook convinte che siano delle notizie utili alla lettura, invece sono solo delle pessime bufale di bassa qualità, come questa. Chiederò comunque al tecnico di dare una controllata qual’ora si possa fare qualcosa. Grazie comunque per avercelo segnalato! 🙂 A presto buona giornata!
    Un caro saluto, a presto 🙂 “

  4. Purtroppo, se parliamo di social network gratis, e in a special modo di FB, possiamo solo dire sono un immondezzaio dove è difficile fare la “differenziata”. In più ci sono molti cervelli anestesizzati disponibili a trangugiare tutto quello che gli spandimerda spandono, nonché volenterosi ad aiutarli nello spargimento di questo comodo alimento da tossicodipendente. Personalmente, l’unica cosa che posso fare è bloccare, su FB, i messaggi condivisi da alcuni miei “amici” , che provengono da siti, anche di testate giornalistiche piuttosto affermate,, che io trovo semplicemente ributtanti. Ancora provo ogni tanto a controbattere e ad argomentare (questo è il motivo per cui ho cominciato a seguire siti come “Bufale un tanto al kilo), ma purtroppo ci ho perso già tanto di quel tempo (che per motivi personali non mi ritrovo in abbondanza) con risultati non sempre soddisfacenti. Posso solo andare avanti così. Meglio di niente. Comunque un supporto al 100% a quello che state facendo e attenzione alla lista di società che aderiscono all’iniziativa di una pubblicità intelligente e sensata.

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