I Goonies di nuovo al cinema in 4k

È stato molto interessante vedere Goonies al cinema, ma soprattutto è stato interessante vederlo oggi, a così tanti anni di distanza dalla sua uscita.
La cosa che colpisce di più è il linguaggio usato ai tempi su una narrazione nata per un pubblico di bambini/ragazzini.
Lo sceneggiatore, l’enorme Chris Columbus, aveva già scritto Gremlins, e con questo film mette le basi per quello che sarà il suo più grande successo di sempre: Mamma Ho perso L’aereo. Ed è facile trovare dei collegamenti stilistici tra i due film, soprattutto tra le urla di Chunk e quelle di Kevin…
Richard Donner, il regista, per me significa: Arma Letale. Punto. Lo riconosci dalle scene d’azione, dalla preparazione all’esplosione dell’azione in sé e dalle linee narrative slegate in base alle separazioni dei personaggi.
Ma sono il linguaggio, gli argomenti, e le “cose che si dicono”, ad essere veramente degni di nota. Se non altro per capire quanto e come siano cambiate le parole, i modi, e lo stile narrativo che usiamo oggi per raccontare una storia ai bambini e ai ragazzini.
In Goonies si parla di sesso, di droga. Si vedono cadaveri a contatto con i ragazzini, c’è una buona dose di violenza, se non altro suggerita. Ci sono parolacce e scene pericolose, anche banali, e minorenni che limonano con l’apparecchio. Ci sono cose non spiegate nel dettaglio, personaggi appena abbozzati, come il padre dei fratelli Walsh, che ha un ruolo di personaggio funzione senza nessun tipo di analisi, ma nessuno si è mai scandalizzato per quello. Nemmeno per l’orrendo farfallino.
Ecco.
Tutto questo per dire una cosa, una sensazione che ho avuto all’uscita.
Non è che ci siamo rinconglioniti tutti quanti?
Non è che le regole censorie, strutturali, perfettine e politicamente corrette che si impongono oggi allo storytelling per i più giovani, non siano altro che una marea di cazzate?

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