Marriage Story

Quindi, per dimostrare a loro stessi che sono attori veri e non pupazzi della Disney, Scarlett Johansson e Adam Driver decidono di recitare in un film diretto dal principe dell’alta borghesia che ha, suo malgrado, collaborato con un regista vero senza imparare granché.
Ne esce un filmino delle vacanze a riccolandia, dove tutti i neri sono abilmente esclusi sia dalla trama che dalle inquadrature, con alcune sequenze in overacting che manco Muccino ai tempi d’oro e una spavalda, reiterata, sfacciata necessità di soddisfare quell’ annoiato pubblico di fighettoni che lo guarderà su Macbook in una caffetteria vegana dell’Upper East side. E che poi andrà con un monopattino elettrico dal padre avvocato (divorziato) per farsi dare i soldi per mettere in piedi una start up per la gestione dei vestiti griffati a noleggio.
Poi frignano se Trump vince le elezioni. Bestemmia. Punto.

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