Martedì Pigrizia! Ovvero: un vecchio post riveduto, corretto e tirato fuori di nuovo per la gioia di grandi e piccini.
Ho il cuore pieno di disperazione. Siamo rimasti soltanto in due a ricordarci ancora di lui.
Alexalba.
Bisogna tornare indietro nel tempo. C’era una volta il 1994.
Non esistevano talent show, non c’erano i social network, non c’era You Tube, non ti potevi masterizzare i ciddì da solo in casa, non c’era iTunes, Spotify e compagnia bella.
Preistoria, quindi.
Bisogna prendere nota del contesto storico, perché è parte integrante di questa storia.
Una bella mattina, Milano si risveglia con pali dei semafori ricoperti di adesivi. Un rettangolo bianco con una scritta nera, su cui si leggeva: Alexalba.
Basta. Fine delle informazioni.
A volte, gli adesivi sui pali diventano dei brand per fighetti, altre volte gli adesivi sui pali non diventano niente. Quello è un caso di quelli in cui sono diventati niente.
- Chi cazzo è Alexalba?
Mi chiedevo io, poco più che ventenne.
I miei amici non lo sapevano, in giro non lo sapeva nessuno, i giornali non ne parlavano, nessuno ne sapeva niente.
Ripeto. Il contesto storico è essenziale per questa vicenda. E’ ovvio che oggi Alexalba avrebbe una pagina su Facebook, un profilo Twitter e mille altri canali social. Dopo aver visto l’adesivo, con un minimo di ricerca tutti avrebbero saputo tutto su di lui. Oppure avrebbero cliccato sul QRCode e via così…
Ma allora, purtroppo, le cose non funzionavano così.
Oblio.
Oblio e un Diegozilla curioso e osservava pali cercando indizi.
Il mistero mi è stato svelato anni dopo. Era il 1998 o il 1999.