Recensione, intervista a super Mutti e intervista al tuo Diegozilla preferito. Tanta robba, signora! Tanta robba, tutta su Comicus.
Un vasto speciale su Ghost a opera di Cris Tridello e Paolo Pugliese della redazione di Comicus.
Il volume è uscito in anteprima a Lucca, e andrà in disribuzione in gennaio, per cui manca poco.
Di Ghost te ne avevo già parlato diverse volte, tipo in questo articolo qui, con anteprima.
Nel frattempo, ecco qua:
Intervista cajellica - clicca qui che ne dico delle belle.
Intervista Mutti for president - clicca qui per tutte le indiscrezioni.
Recensione - clicca qui e vota che aumentano i pallini! Se non l’hai letto, vota sulla fiducia!
Chiudo con un articolo in italiano per l’edizione francese di Ghost. Stranezze della globalizzazione. Articolo inedito. Non parlo una parola di francese, per cui non ho idea di come suonerà in un altra lingua.
COME FANTASMI SULLA SCENA DEL CRIMINE
Negli ultimi dieci anni nella letteratura poliziesca, nel cinema e nel crime televisivo, tutte le trame sono state risolte dagli stessi personaggi: la scienza e la ragione.
Scienza e ragione sono diventati i pilastri su cui fondare e ri-fondare il genere narrativo.
E’ il trionfo della detection da laboratorio. Esperti. Consulenti della scientifica. Ossa. Analisi. Archivi. Impronte digitali. DNA. Crimini che si risolvono grazie alla massima amplificazione del concetto di detection deduttiva. Ha vinto Sherlock Holmes. Al posto della lente di ingrandimento ci sono attrezzature da milioni di dollari, ma è il metodo Holmes che domina la scena.
Il distacco emotivo del detective dal crimine su cui sta indagando è evidente. Al punto che non si tratta più di investigatori, ma di scienziati veri e propri. La vittima diventa una prova, un elemento scientifico da analizzare, isolato e selezionato. Il corpo è lontano, distante nella vicinanza glaciale di un vetrino da microscopio. Il corpo diventa fibre, residui, tracce. L’elica del DNA è il migliore alleato possibile, da ricercare costi quello che costi, spingendosi se serve verso il mitocondriale.
La ragione, domina.
Non c’è più spazio per il fiuto del detective, per indagare con lo stomaco, i piedipiatti della fiction ora fanno un lavoro “pulito”.
GHOST riporta indietro l’orologio narrativo. Un thriller, un giallo che si svolge e si risolve inserendo nella trama aspetti molto lontani dalla ragione e a-scientifici per definizione.
Una linea narrativa più vicina a “Il cuore rivelatore” di Edgar Allan Poe che alle deduzioni dello Sherlock Holmes di Conan Doyle.
Follia. Follia vissuta dall’interno che cerca un modo qualsiasi per mettere ordine un disordine. Una soluzione, senza microscopi e senza via di scampo.
La vicinanza tra investigatore e vittima è ridotta ai minimi termini. Una vicinanza che supera i confini della morte, trasformandosi in peso, diventando senso di colpa.
Il fantasma che perseguita John Ghostmann è lo spettro del suo fallimento come agente dell’FBI. E’ il battito del suo orrendo cuore, direbbe Poe. Un battito che assume l’aspetto dell’ultima vittima di un serial killer. Diventa la controparte investigativa/ossessiva dell’uomo che non riuscì a fermare la mano dell’assassino.